Equilibri indispensabili
Riguardo i nostri equilibri è opportuno fare delle puntualizzazioni, assai importanti, sopratutto per chi s'inoltra sulle vie della perfezione evangelica. A riguardo analizziamo i seguenti 7 punti.
1. Una intensa pratica di virtù, non controllata da una guida esperta, può risolversi in un rischio per la salute per gli equilibri interni. I primi fervori possono spingere verso scelte esagerate, quasi sempre seguite da conseguenze non desiderabili. Meglio poco con perseveranza, che eccessi devoti di poca durata.
2. Un organismo sofferente, esposto, cioè, a vari stati patologici, può causare cattivo umore, tedi e tentazioni. Un corpo che si disfa è portato a cercare compensazioni contrarie alle esigenze dello spirito (Cf Sap. 9,15). Il senso esatto del passo biblico non è proprio questo, ma vi si avvicina.
3. Al contrario, una sufficiente stabilità di salute e una serenità costante facilitano l'impulso dell' anima verso Dio. Eccesso o difetto di salute hanno quasi sempre il medesimo risultato pratico. D'accordo che la salute è un dono di Dio. Ma deve diventare anche una nostra conquisa, dato che gran parte del bene che possiamo compiere dipende da essa.
4. Nello spazio di un solo giorno, subiamo svariate oscillazioni di ottimismo, pessimismo e incertezze. Queste oscillazioni si ripercuotono quasi sempre sull'area degli umori personali, con alti e bassi che influiscono, a loro volta, sul nostro rapporto con Dio e sullo stesso nostro apostolato. Così accade che prove, tentazioni, avversità le affrontiamo condizionati da questo frequente alternarsi dei nostri stati d'animo. Ma è solo così che ci si matura nella virtù e nell'esperienza spirituale.
5. Si parlava, un tempo, di virtù angeliche, e si capiva che l'intenzione era innocente. Tuttavia sarebbe stato più utile ricordare che "il Verbo si fece carne" (Gv 1,14), cioè si è fatto uomo, non angelo. Rinunciando ad essere uomini, e non potendo diventare angeli, si è rischiato di risultare... aberranti.
Certe biografie di santi di altri tempi non ne hanno tenuto conto a sufficienza; e ciò a nuociuto al vero progresso spirituale dei lettori più di quanto non si pensi.
6. Dobbiamo impegnarci a migliorare noi stessi, tenendo sempre presente che, alla fine, cioè anche in punto di morte, dovremo accettare di sentirci ancora addosso i difetti che avevamo deplorato fin dapprincipio e combattuto con sincerità, anche se non sempre con la costanza dei santi.
7. Saper sopportare gli altri, è opera di misericordia spirituale; sopportare i congiunti, è di giustizia e carità; sopportare se stessi, di umiltà e buon senso.
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