... è il nostro programma
Siamo impegnati ad attivare una revisione coraggiosa del nostro modo di vivere, imperniato su di una fede che non sia più quella convenzionale, devozionistica, di facciata.
Se parliamo di portare avanti una vita di fede, intendiamo affermare, con questo, che tutto della nostra vita, pensieri, affetti, scelte personali, è impostato su principi che possono partire anche dalla saggezza umana, ma sempre per arrivare e stabilirsi su quelli del Vangelo: di un Vangelo seriamente impegnato.
Come dire che non soltanto quando preghiamo in chiesa o in famiglia, ci sentiamo nella luce di Dio, ma anche quando lavoriamo quando trattiamo con gli altri, quando stiamo affrontando una prova di paziente accettazione di fratelli troppo diversi da noi, oppure quando ci troviamo davanti a qualche tentazione particolarmente coinvolgente. Teniamo sempre d'occhio i principi evangelici, come proposti dalla Chiesa, per regolarci, respingere o accettare, secondo i casi.
La cosa non risulta sempre facile, sia per gli esempi contrari che si hanno spesso avanti, sia per l'intrinseca difficoltà di sostenerci, di rilanciarci o frenarci, secondo le esigenze di una virtù ben maturata.
Allora è lì che possiamo renderci conto a che punto siamo nel nostro vivere secondo la fede, cioè tenendo davanti Cristo, come modello, per non slittare a destra o a sinistra, o spingerci troppo avanti o tirarsi indietro.
Vivere di fede consiste essenzialmente in questo.
Vita sacramentale, partecipazione alla celebrazione eucaristica, preghiere personali, letture formative devono tendere incessantemente a facilitarci su questo settore centrale. Diversamente ci troveremmo al di fuori del raggio salvifico di Cristo; pesteremmo l'aria e potremmo sentirci dire da Lui stesso, nonostante devozioni, festività celebrate processioni, rosari ripetuti cento, mille volte, insieme ad ogni altra pratica devota: "Io non vi riconosco".
La chiamata o invito, da parte del Signore, a dare alla propria vita una impostazione così sublime si manifesta sotto forma di un raggio di luce sottile che penetra tutto il nostro io interiore. Un raggio di luce, ma che non impressiona la pupilla dell' occhio, bensì i penetrali più reconditi del nostro spirito: lì dove noi stessi non sempre ci riusciremmo ad inoltraci con ardimento, temendo di perderci in un labirinto inestricabile, da cui non riusciremmo più a venir fuori.
Eppure dobbiamo tentar di penetrarvi, con l'aiuto dello Spirito Santo: l'azione trasformante della nostra Fede si attua proprio in questo spazio riservato.