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Non c'è vita interiore
senza lotta

Come la vita corporale, anche quella spirituale si sviluppa attraverso crisi e sofferenze. Si cessa di averne solo al momento della resa finale: alla morte. Non è difficile parlare di questi argomenti, finché le tempeste si delineano solo a distanza. Appena si avvicinano e si stagliano minacciose sul cielo dell'anima, fanno paura anche ai più coraggiosi.

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Stiamo inventariando, desolati, il numero delle prove subite? E’ un sistema sbagliato, controproducente e, in un certo senso, autolesionistico. Pericolosa solo una bonaccia interminabile: potrebbe significare che, davanti a Dio, meritiamo poca fiducia.

Il tentatore è assai più pericoloso quando assume atteggiamenti di mèntore compunto, che suggerisce scelte facili, che sospinge verso mete oneste solo in apparenza, dietro le quali si nascondono ambizione, egoismo, dissolutezza.

Le tentazioni più comuni, non le più pericolose, sono quelle contro la castità del proprio stato. Il peggio che si potrebbe fare, per superarle, sarebbe quello di preoccuparsene esageratamente, moltiplicare preghiere allarmate. Resterebbero più profondamente scolpite nei meandri della immaginazione e della sensibilità. Meglio un'invocazione serena, silenziosa a Gesù, a Maria e tirare avanti.

Le più insidiose e dolorose sono quelle contro la fede, perché ti attaccano mentre ti aggrappi alla roccia della Salvezza e, così, hai la sensazione di precipitare nel vuoto... In quei casi, non resta altro che chiudere mente, cuore, cultura, prospettive anche sublimi ed esclamare (senza arie melodrammatiche): Signore, anche se dovessi ingannarmi, meglio ingannarmi con te che con altri!...
Ma tu non m'inganni. Non hai alcun interesse a farlo. Anzi, al contrario, la tua gloria reclama la mia salvezza.

Anche in queste lotte è possibile riscontrare il susseguirsi delle stagioni della vita:
- Giovinezza, cioè prime esperienze di vita spirituale: lotte tendenti a suggerire il ritorno ad una vita comoda, senza scrupoli e senza seri impegni di spiritualità
- Prima maturità: tentazioni meno vivaci, ma più pertinaci, dominate da stanchezza nell'impegno e insoddisfazione degli scarsi risultati ottenuti.  Seconda maturità o anzianità: crisi di sconforto per il senso di solitudine interna che si va accentuando, timore di aver sbagliato strada, anzi di aver sbagliato tutto, dubbi persistenti sulla fede, causati anche dall'avvicinarsi del capolinea: la chiamata. "Chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvo!" Così Gesù in Mt 10, 22.

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