Dal nostro inviato tutte le news
dal Mato Grosso, Brasile
Come voi, anchio sono molto dispiaciuto di non aver ancora inviato un servizio brasiliano. Ma sono stato molto coinvolto nella permanenza dos italianos qui a Três Lagoas. E poi sono stato travolto dalle emozioni nellincontro con tanti volti ormai noti e tanto amati.
Ma le piú dure battaglie le abbiamo combattute, e solo ora parzialmente vinte, per avviare i nuovi corsi professionali: saldatura, cucito industriale, informatica e soprattutto officine di auto e di moto. Se ti muovi trovi mille ostacoli per andare avanti. Ma noi non possiamo arrenderci. È questione di vita o di morte.
DON TONINO BELLO: NON UN MITO, MA... UN MITE ( Il Vescovo don)
Sono cresciuto in Parrocchia con le tue canzoni in mezzo alla mia gente e ai miei ragazzi. Le ho suonate sempre con la fisarmonica. Verresti a un mercoledì di Quaresima che faccio con i giovani della Diocesi nella Cattedrale di Molfetta? Fu questo il mio primo incontro telefonico con il Vescovo don. Dissi di sì e partii, allora, con la mia chitarra prendendo un aereo per Bari. Arrivato a Molfetta, mi venne ad aprire un bambino. Non era o meglio era uno dei piccoli figli che il Vescovo don ospitava nella sua casa Vescovile: famiglie senza casa o disagiate.
La speranza di Lucia scaturiva dalla sua carità, virtù che essa praticò fin dalla sua fanciullezza, quando comprese il significato dell'esistenza cristiana: come "Servizio di Dio". Questa elezione del Bene Supremo trovò conferma nel contatto con il suo direttore spirituale, S. Paolo della Croce e fu nel secondo incontro che si sentì affascinata dall'amor di Dio: "Ero fuori di me e nè so spiegarlo...".
Gesù nel suo insegnamento si è servito, per spiegare grandi ed eccelse verità, di esempi comprensibili a tutti, come le parabole, ed ha portato similitudini dove Lui si impersona in figure identificabili per gran parte della sua gente.
la pastorizia era molto diffusa in Palestina.
Vaste torme di pecore pascolavano sui dossi delle colline, e durante la notte venivano rinchiuse in recinti circondati da un basso muricciolo di pietre a secco.
Questa curiosa domanda è venuta di moda da qualche decennio. Un credente di altri tempi si sarebbe scandalizzato, al semplice sentirsela in mente. Oggi si vuole essere razionali, o più chiaramente, ragionevoli, e mi sta bene. Ma quando si parla di Fede Cristiana, bisogna ricordare sempre che le verità rivelate non sono il prodotto della nostra mente, bensì della rivelazione di Dio, in persona di Gesù Cristo. Se si dimentica questo, tutto può apparire incredibile.
La prima volta ti marchia in fondo all'anima: vomiti, ti accartocci, ti si spacca il petto eppure, in quello stesso istante, ti sembra di stare in paradiso.
La droga uccide le emozioni, cancella l'ansia, gli affanni, il dolore. Non senti fame, freddo, solitudine. Poi l'effetto svanisce e ti resta questa cosa nella testa, questo posto dove vuoi tornare.
Ci pensi e ci ripensi e se la cerchi ancora sei spacciato. Ti rifai e sei di nuovo in mezzo agli angeli.
Ma dura meno.
Dura troppo poco e ti ritrovi d'un botto sulla terra, con tutti i tuoi problemi che ti aspettano e questo chiodo già fisso nella testa. La cerchi ancora... ancora... ancora.
DON TONINO BELLO: NON UN MITO, MA... UN MITE ( Il Vescovo don)
Sono cresciuto in Parrocchia con le tue canzoni in mezzo alla mia gente e ai miei ragazzi. Le ho suonate sempre con la fisarmonica. Verresti a un mercoledì di Quaresima che faccio con i giovani della Diocesi nella Cattedrale di Molfetta? Fu questo il mio primo incontro telefonico con il Vescovo don. Dissi di sì e partii, allora, con la mia chitarra prendendo un aereo per Bari. Arrivato a Molfetta, mi venne ad aprire un bambino. Non era o meglio era uno dei piccoli figli che il Vescovo don ospitava nella sua casa Vescovile: famiglie senza casa o disagiate.
Tenemos que conocerla no sólo en su papel de obtener favores; ésta es la menor de sus funciones. Tenemos que conocerla como Madre de la Divina Gracia, Madre de nuestras almas, Mediadora de todas las gracias. No es que meramente concede gracias, sino que obra por nuestro medio. En otras palabras: Es nuestra Madre que derrama en nosotros su vida, aquella vida que es su Hijo. Y entonces, no sólo nos llena, sino que, a través de nosotros, actúa. A través de los que se le entregan ejercita su función maternal con todos los hombres.
Sin María no se da a Jesús; sin María no hay gracia, ni siquiera la más
pequeña. ¿Y qué decir de las grandes gracias, de las extraordinarias
gracias de conversión? Si no la llevamos a nuestra vida, andamos dando
golpes de ciego en el aire. Podemos realizar esfuerzos prodigiosos, pero
al fin, habremos quedado con las manos prácticamente vacías.
El
rechazar a María tiene consecuencias más serias que la pérdida de una
madre terrenal. Frustrada su obra materna, todo va por mal camino. La
Iglesia dice que Ella resuelve toda crisis dogmática: Destruye todas las
herejías. De la misma manera cura todas las demás enfermedades. Parece
que todo se pone en orden cuando se piensa en Ella. Su presencia se nota
en todos los momentos importantes. Ahora, como siempre, Ella inaugura
el Reino de la Gracia. Allí donde Ella llega, nace el Señor. Y como Ella
le trae, Ella le lleva. Habla Ella y el poder del Hijo se manifiesta.
Por su medio la gente cree en Él, y se hacen sus discípulos.
Porque
María es cardinal, es decir: así fue presentada desde el primer momento
del plan divino de la Redención. Constituyó una parte de las profecías
sobre el Mesías, y en su momento, fue parte de su misión terrenal, como
es ahora parte de su reinado celestial. Es totalmente inferior a Él,
pero ha sido levantada hasta su mismo destino de una manera especial, de
manera que siempre a Ella le corresponde dar su Hijo, iniciar sus
pasos, e indicarle lo que es necesario. Este es el programa de la
Providencia: que nosotros nos acomodemos a él.
Procuremos que María
sea mejor conocida. La Iglesia coloca estas palabras en los labios de la
Santísima Virgen: Los que me explican vivirán por toda la eternidad. Frank Duff -Fundador de la Legión de María VIDEO CORRELATO AVE MARIA EM LINGUA PORTUGUESE
Un giorno venne un povero alla porta, Tendeva la sua mano per il pane, La via che percorrevo era contorta: Lo ricacciai deciso, come un cane!
Poi un giorno che tirava forte il vento, Lui ritornò sicuro col sorriso, Ed io che in cuor mi dissi: Non mi pento! Il mio mantello strinsi più deciso.
Passavan le stagioni ed io ribelle, Vagavo per il mondo senza fede, E sempre le mie azioni erano quelle, Eppure Dio Signore tutto vede!
In questa domenica della quaresima i saggi in legge, i farisei, legalisti e arroganti e representanti del sistema oppressore, apresentano al Signore una donna presa in adulteiro. Secondo la legge la donna doveva essere picchiata com pietre. Domandorono a Gesú cosa Lui diceva a rispetto. Gesú non risponde e propone una alternativa: "chi é senza peccato gli puó tirare le pietre" Nessuno gli tirou una pietra, infine la donna non era l'unica peccatora. Ultimamente le pietre volono da tutte le parte contro donne, persone e gruppi diversi.
Messaggio di Pasqua di Sua Eccellenza Mons. Lino Fumagalli ai visitatori di Vie dello Spirito
Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare lannunzio ai suoi discepoli
Dopo il buio e il grande silenzio del Sabato Santo, una acclamazione, carica di gioia e di stupore, percorre le strade di Gerusalemme: Cristo, nostra speranza, è Risorto! Anche oggi, nel grigiore e nel buio di un periodo carico di difficoltà e soprattutto di profonda delusione per il presente e per il futuro, un grido irrompe impetuoso: Cristo, nostra speranza, è Risorto! In Lui facciamo esperienza dellamore tenerissimo di Dio Padre, che ci sostiene, ci perdona e ci ridona la veste bianca e lanello della nostra dignità di figli ed eredi nel Cristo Risorto.