E il cuore che educa
Ecco concepirai un figlio,
lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Era il dono inatteso, la grande gioia
di una vita venuta dall'alto
e germogliata nel grembo fecondo
di una madre che non aveva conosciuto uomo.
E Gesù cresceva in sapienza, statura e grazia.
Lo sguardo contemplava estasiato,
il cuore custodiva trepido e felice,
la felicità si respirava
come l'aria carezzevole
del quotidiano vivere assieme.
Figlio, perché?...
Ma essi non compresero.
Fu la crisi.
Il volo era troppo alto, infinito.
La parola rara e misteriosa.
L'uomo non può essere misura di Dio.
Il già dato è incapace di contenere
il non ancora né di bloccare il futuro.
Ma il seme capì che doveva morire
per rinascere come messe abbondante.
L'amore si aprì allo splendore del sole
e la figura dell'uomo nuovo,
libero e responsabile, fedele e solidale
si stagliò sull'orizzonte della storia
e brillò come modello per tutti.
Ecco il dramma dell'educazione.
Crisi? Emergenza? Fallimento?
E compito grande, dolcissimo, bello.
Sotto il cuore della madre
il piccolo assorbe sentire e sapere,
amare e donare. Lì scopre il senso
del vivere, del soffrire, della gioia.
Dal cuore caldo la linfa di vita
investe la mente che impara,
illumina la coscienza che sa,
dà calore alle relazioni e significato
ad eventi, a persone, a cose.
Così l'io diventa sinfonia
dalle molte voci, dai toni variegati,
e risuona intorno il canto della vita
che è bontà e bellezza, amore e gioia.
Se rimanete fedeli alle mie parole,
sarete davvero miei discepoli;
conoscerete la verità e la verità
vi farà liberi.
Lorenzo Chiarinelli
Vescovo di Viterbo