

Gesù doveva fare i conti con una concezione radicata in Israele, che "Dio premia i buoni, ma stermina gli empi".
E Lui rivela una cosa che stentiamo ad accettare anche noi, dopo due mila anni di luce evangelica, che cioè "... il Padre è talmente buono e comprensivo, da dare la netta impressione di prendersi cura, più di un peccatore che di un giusto".
Questo, per i maestri della legge, era uno scandalo, una specie di istigazione a delinquere...
Se hai tempo, leggiti con calma, la parabola del Figliol Prodigo, che la liturgia ci presenta in questa lV^ domenica di Quaresima.
Riflette uno spaccato della vita di ciascuno di noi; con le nostre decisioni non ponderate, la nostra presunzione nello scegliere quello che ci sembra giusto e vantaggioso, l'illusione di miraggi e chimere inafferrabili, la constatazione del nostro degrado...
Il figlio sventurato, quando si ravvede, costretto dalla situazione in cui volutamente si è imbattuto, preparò cosa dire al suo genitore: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di Te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio".
Se ritornano alla tua mente certe situazioni della tua vita personale, ti verrà spontaneo anche tu, dire la stessa cosa...
Ma sarà difficile anche per te, come per me, pronunciare per intero l'atto di pentimento, perché ci sentiremo subito abbracciati dal Nostro Padre celeste che dice "Figlio mio...".

Approfitta anche tu, di questo tempo favorevole della Quaresima; di fronte a Dio non devi dare né spiegazioni, né giustificazioni!
Devi solo esprimere il tuo desiderio di conversione del cuore, con la semplice espressione
Ti sentirai subito abbracciato dal nostro Padre celeste che ti risponde soltanto con "Figlio mio...".
Ci pensi?
Anche se figli ingrati, avremo sempre un Padre misericordioso e amoroso verso tutti e ciascuno di noi!
