
III Domenica di Avvento/A 11 Dicembre 2016
Accogliamo il Vangelo della gioia
La promessa del profeta Isaia, in carcere, si avvera in Cristo; è Lui che porta a tutti la gioia e la vita. Ma bisogna accoglierlo con animo povero e ben disposto. Ecco ciò che rende grandi nel regno di Dio. Lattenzione della misericordia di Dio verso i bisognosi e gli emarginati fa del salmo 145 un inno di lode alla Provvidenza Divina; per questo diciamo: Signore vieni a salvarci.
Gesù dopo aver illustrato la sua azione di salvezza e lannuncio del Vangelo ai poveri, loda la persona del battista, richiamandosi alla figura biblica del profeta Elia.
La terza domenica dell'Avvento ha un sapore di allegria per la chiesa con l'avvicinarsi del Natale. É come una persona che sta facendo un viaggio e dopo una lunga camminata vede oltre l'ultima curva il posto dove deve arrivare. É il nostro incontro con Dio, il Messia, il Dio con noi, ossia, Colui che é venuto ad abitare fra noi.
Gesú Cristo viene a trasformare il mondo in una terra di pace e vera allegria. Il Profeta Isaia lo dice con espressioni vigorose, prevedendo i ciechi recuperando la vista, i sordi recuperando le voci, i paralitici recuperando i movimenti e anche i morti resuscitando.
Per noi questa trasformazione non succede di repente e chiede una lunga pazienza, come l'agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra, aspettando pazientemente la pioggia della primavera.Noi che viviamo in un mondo caratterizzato dalla velocitá della informatica non sappiamo ancora scoprire il tutto che si riferisce alla vita, alla salute, alla educazione, al culto dello spirito che deve essere fatto con rispettosa tranquillitá. Un albero non cresce di repente, un bambino non si educa di repente, non si fa un santo di repente e per essere bene pratici non si cambia di repente una societá, sopratutto quando in lei cresce e si diffonde lungamente la corruzione e l'irresponsabilitá. In tutto questo é necessario un lavoro persistente e fiducioso, dove tutti collaborino con sinceritá e perseveranza e con illuminata speranza.
Dobbiamo riconoscere, senza falso ottimismo, che molta cosa é migliorata nel mondo, come esempio nella relazione con le persone, nel superamento del radicalismo, nel riconoscimento dei valori di ognuno, nella capacitá del dialogo, incluso il dialogo fra le nazioni, ,nel rispetto alla propria natura, accrescendo sempre di piú la coscienza che é necessario difendere i beni che sono di tutti, come l'acqua, il verde, e anche il silenzio e l'armonia.
Se molte cose continuano sbagliate, come la violenza di ogni tipo, é perché l'uomo non sta accettando la proclamazione del Vangelo nella sua pienezza e perché noi cristiani non sappiamo ancora riconoscere il fermento della massa che ci puó elevare a una vera santificazione, ancora non riconosciamo, nella pienezza della luce che ci illumina con la sapienza. Ancora non sappiamo essere il sale che tempera la societá con il sapore del bene e delle virtú. Ancora dobbiamo apprendere da Giovanni Batista che non siamo canne curvate dal vento e neppure creature offuscate di vanitá, siamo esseri umani dotati d'intelligenza per compiere la volontà del Padre, che ce l'ha trasmessa il suo Figlio e Nostro Signore attraverso la sapienza del Vangelo.........