La tradizione ce lo presenta come medico di Antiochia
Lo stesso nome, di origine greca, Luca, ci avverte che non si tratta di un ebreo, sia pure della diaspora, come confermano i suoi riferimenti assai sobri all'Antico Testamento, nonché alle costumanze di quel popolo, la conoscenza non proprio perfetta dell'ambiente geografico, topografico e sociale della Palestina dell'epoca.
In verità, la tradizione ce lo presenta come un medico, originario di Antiochia, città chiave del medio Oriente, già capitale dei Seleucidi, successori di Alessandro Magno, e ora terza capitale dell'Impero Romano, dopo Roma e Alessandria con alcune centinaia di migliaia di abitanti.
Dal che si è indotti a pensare che egli sia uno dei numerosi pagani che si convertirono al primo lancio del messaggio evangelico in area non giudea, avvenuto per merito di un gruppo di audaci giudeo cristiani, fuggiti dalla Palestina, all'epoca dell'assassinio di Stefano, riparati a Cipro e a Cirene e di lì, poi, ricondotti sulla zona rivierasca della Siria settentrionale dal loro zelo incontenibile nell'offrire a tutto il mondo le ricchezze della nuova fede.
Indubbiamente anche per questo, perché cioè, si trattava di un tratto essenziale della storia della salvezza riguardante direttamente la sua città natale, Luca ne presenta nel suo libro Atti degli Apostoli un quadro assai circostanziato e colmo di entusiasmo.
Come, di sicuro per questo motivo, è attento a far rilevare che Antiochia, dopo la prima esperienza eroica, ma poco fortunata di Gerusalemme, era diventata il vero epicentro della chiesa nascente, nonché del suo irradiarsi in ogni parte dell'area romana e, in Oriente, anche oltre.
Pietro stesso, sempre in Atti, dopo la drammatica esperienza della prigione di Agrippa I^, giunge "in un altro luogo" (At 12,17), ben sapendo, Luca, che il suo eroe Saulo - Paolo, aveva già raccontato nella sua lettera ai Galati che il capo degli apostoli era venuto ad Antiochia (Gal 2, 11).
Così risulta con sufficiente chiarezza che nella sua città prese lui stesso contatto con Barnaba, Paolo e Pietro.
Dato che il secondo era di salute malferma, in contrasto con l'ardore apostolico che già lo sospingeva di qua e di là, sotto la spinta struggente di volerlo comunicare al mondo intero, fu richiesto di seguirlo nei suoi viaggi missionari, dall'Asia proconsolare e alla Palestina, fino a Roma.
E' facile convincercene dalla ricchezza dei particolari geografici e socio culturali dei popoli e delle ragioni dove giunge l'apostolo delle genti , specialmente dal passaggio di questi dall'Asia all'Europa a nord del mare Egeo.
Dopo aver narrato della presenza di Paolo nella capitale dell'Impero, termina il suo racconto, lasciandoci privi dell'unica fonte sicura di quel poco che sappiamo di lui.
Dove abbia scritto il suo Vangelo, a quali comunità lo abbia indirizzato primieramente, con tutto il resto che dovrà arricchire la nostra conoscenza, sarà presentato negli articoli seguenti che speriamo interessino sempre più vivamente la nostra Famiglia spirituale, la quale trova nella parola di Dio l'alimento insostituibile per il suo cammino di fede e di comunione con Dio e i fratelli.