IL PRETE " PROSSIMO AL TEMPO"
Questa qualifica, nel gergo dell' inchiesta autorizzata
dall'episcopato tedesco, significa l'uomo di Chiesa, che manifesta, nel suo
stile di vita, uno spiccato senso di professionalità.
lmmaginatevi un parroco che s'impegna seriamente nel suo
lavoro, di cui ha una consapevolezza notevolissima, che assume questi impegni con ferma
decisione, ma sa prenderne anche le distanze, in modo da non lasciarsene
sopraffare totalmente. Uno di essi, intervistato in Germania, ha saputo esprimere
questo concetto in termini assai espliciti:
Quando ho il mio giorno libero, vado via dalla mia parrocchia e, almeno perquella giornata, mi spoglio degli abiti e anche del modo di fare del prete tradizionale.
Notate quella giornata libera"che rivela capacità di non sentirsi fagocitato dagli impegni specifici, quell'andar via dalla parrocchia e quello "spogliarsi degli abiti clericall, che mostrano come egli sappia non identificarsi materialmente con il luogo e i suoi condizionamenti. ln altri tempi, il prete più fervoroso trovava irrinunciabile dedicare quella giornata ad un po' di riposo spirituale, in seminario, in qualche casa religiosa vicina. Il nostro preteprossimo al tempo" preferisce una via diversa, attraverso la quale ricuperare la capacità di non lasciarsi condizionare da quello che si fa. Uno scrittore come H. Stenger la definisce tolleranza della pluralità". Sì, cioè non vivere solo in ununica dimensione, ma saperne accettare anche altre, non del tutto dissimili da quella che motiva la propria vita.
Quando un uomo di chiesa sinoltra in questo genere di esperienza, mostra di vivere la sua vocazione presbiterale in modo, diciamo, professionale: è qualificato nelle diverse mansioni che svolge, con attestati di università, non solo ecclesiastiche e svariate esperienze, fatte in periodo di addestramento.
Questo quadro (che dovremo completare alla prossima) ci presenta un ecclesiastico assai vicino a tanti di quelli che possiamo incontrare oggi, anche in ltalia. Penso che le diverse annotazioni non vi abbiano prodotto impressioni negative.
Anzi.Del resto, da
alcuni decenni lo avrete accertato anche voi personalmente, e, di conseguenza,
dopo le prime impressioni mortificanti, avete saputo cogliere quanto di buono
era nascosto in questo modo diverso di comportarsi di non pochi dei nostri
sacerdoti moderni, sia diocesani, parroci o religiosi. Pur conservando una
grande stima per il parroco di anni addietro, che svolgeva un ruolo comprovato
da secoli, vi siete accorti che anche quest'altra maniera di servire la Chiesa
rivela aspetti indubbiamente positivi,ancheseinammissibili in altri tempi.
Che un sacerdote si prenda una giornata libera, per non
finire in esaurimento, è assai vantaggioso anche per i suoi fedeli: ritorna più
sereno, anche se non è stato in un convento e ha preferito una giornata con i
suoi familiari, ha fatto visita a famiglie conosciute nella parrocchia dove
lavorava prima e simili. Certamente i più anziani delle comunità parrocchiali
stentano ancora ad entrare in questo nuovo modo di ridefinire la vocazione
sacerdotale; ma devono ammettere che spesso si ritrovano accanto preti molto più
umani e comprensivi, quanto ad assistenza, consigli e condivisione che con
difficoltà potevano chiedere ad un uomo di Dio di altri tempi.
In conclusione, anche questo tipo di uomo di Chiesa prossimo al tempo, non raro, ormai, neppure da noi in Italia, ha qualcosa di buono da dare al popolo di Dio, specialmente alle sue frange più giovani.
