
Il prete atemporale
L'inchiesta ha messo in luce che un prete di questa categoria, prevalentemente(ma non esclusivamente) al di sopra dei sessant'anni, intende di continuare a vivere interamente a partire da Cristo, si sa chiamato ed eletto, si sente un alter Christus, rappresentandolo; tutta la sua interiorità è pretesa da Cristo nel ministero: Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi; magnifica è la mia eredità (Sal 15,6). Qui l'eredita è clericale ed egli è un chierico che ha poco a che fare con la comunità. ll ministero istituito da Cristo stesso, è rimasto fin dallinizio in tutto e per tutto uguale. ll chierico atemporale non conosce alcuno sviluppo storico (ll RegnoXLVl, 2001, n. 14, pag 484).

Uno stile di vita ecclesiastica che risale all'epoca cosiddetta piana, cioè di S.Pio V, diciamo del Concilio di Trento, e che è giunta fino al Vaticano ll. Consacrazione, grazia, fede e salvezza sono tutti concetti chiave per la visione che allora si aveva del parroco e che si adattano molto bene a questa tipologia presbiterale.

Non pensate, comunque che si tratti, o si sia trattato, di figure presbiterali di poco conto.

Virtù che poteva estendersi da un raccoglimento interiore edificante, ad una serietà morale a tutta prova, con un amore ai malati, ai bisognosi, che li rendevano presenti dappertutto.

Ad un certo momento si vedeva che si sforzavano di camminare a passo con il rinnovamento incalzante del Concilio. Vedevano che il popolo, specialmente i giovani, non li seguivano più; ma, generalmente, ne davano la colpa al calo del senso religioso delle masse. Ad una età inoltrata è comprensibile la difficoltà per i cambiamenti, mentre la Chiesa, essendo eternamente giovane, deve e può adeguarsi al mutare delle esigenze dei suoi figli.
I suoi ministri, perciò, non possono restare atemporali, cioè fuori del tempo, per non vanificare il proprio servizio. Ma lo sforzo è veramente enorme e chi non vi riesce va compreso.
