Alla ricerca di un approfondimento
della nostra Fede Cristiana
L'articolo precedente ci ha introdotti in un tema appassionante, perché tutta la nostra fede si fonda su Cristo: capire chi è Lui, almeno nella povera maniera concessa all'uomo, anche se guidato dal magistero della Chiesa, costituisce laspirazione più giusta e nobile del cristiano. Subito ai primi cistiani si presentarono parecchi problemi: lo avevano visto, alcuni avevano parlato, camminato con Lui, lo avevano "toccato": era di certo il Messia. Ma era il Figlio di Dio. Quale era, dunque, la sua vera identità?
Il magistero della Chiesa, a questo scopo, creò delle formulazioni che, basandosi sulla Scrittura, esprimessero quanto bisognava pensare di Gesù. Noi possiamo enuclearlo, così: Gesù è Figlio di Dio - è Dio, come il Padre e lo Spirito Santo - in Lui ci sono due nature, quella divina e quella umana - ma c'è una sola persona: quella del Verbo.
Per venir fuori dalle formule - ma restando sempre attestati ad esse, perché
esprimono esattamente ed ufficialmente la nostra Fede - fermiamoci su questo solo punto: Gesù era, ed è, UOMO vero, completo, come me, come voi. A noi moderni non crea particolari difficoltà, ma ai fedeli dei primi secoli o meglio, ai teologi e a certi pastori sì.
I Nestoriani, detti cosi per il loro capo, il patriarca Nestorio, credettero che l'Umanità di Cristo fosse stata assorbita da quella Divina del Verbo. Ma furono sconfessati e condannati.
Gesù, era ed è, vero Dio, ma anche vero uomo.
Lode ed onore a Te Cristo Signore
Per capirci qualcosa di più, fermiamoci, come si è detto, sulla UMANITA' del Salvatore e affermiamo: in Lui c'era l'Uomo tutto intero, anima e corpo, con tutte le potenze che ha un uomo: intelligenza, volontà, libertà, sensi interni (immaginazione, memoria) e quelli esterni (i cinque sensi, noti anche a chi non ha studiato filosofia o fisiologia).
Gesù, dunque, aveva un'ANIMA come me, dotata delle sue facoltà specifiche: pensava, amava, immaginava, ricordava, insomma si trovava nelle mie stesse condizioni interne. Aveva anche un CORPO come ce l'ho io: disponeva di sensi, apparato respiratorio, circolatorie, locomotorio, come ogni altro essere umano.
Perciò ha sentito il freddo, il caldo, la fame, la sete; e poi ha desiderato, ha avuto paura, ha gioito delle piccole cose della vita palestinese del suo tempo, in altri termini, forse più chiari: come uomo si è trovato nella mia esatta condizione terrena, IN TUTTO, "eccetto il peccato" , dice la Lettera agli Ebrei.
Per questo gli è stato possibile nascere a Bethleem - crescere a Nazareth - soffrire delle contrarietà - gustare le gioie dell'amicizia e della fedeltà - patire al sommo grado, durante la sua Passione, e morire.
Se non fosse stato vero uomo, non avrebbe potuto avvenire davvero in mezzo a noi, come dice Giovanni evangelista.
La più grande fortuna dell'umanità è stata quella di aver avuto, come concittadino, il Figlio Unigenito di Dio.