IL CREDO
"Per noi uomini e per la nostra
salvezza discese dal cielo..."
La prima espressione "Per noi uomini" vuole precisare a chi fu rivolta l'azione del Figlio di Dio, di cui ha già parlato il Simbolo: per gli uomini, non per altri. C'è, intanto, da precisare che, contrariamente al concetto vetero testamentario di salvezza, qui, come in tutta la Rivelazione cristiana, non si tratta di salvezza da questo o quel popolo nemico, o da avversità a spessore terreno, ma di libertà in senso soprannaturale, che può anche comprendere quella ai vari livelli di mali temporali, ma sempre e solo in direzione trascendentale. Cristo, si vuole proclamare dai Padri di Nicea, ci ha liberati dal potere delle tenebre, cioè dal demonio, dal mondo e dal peccato, vale a dire da noi.
Sappiamo già che il primo di questi tre avversari da cui siamo stati liberati, siamo noi stessi, con la nostra oscura tendenza alla trasgressione.
C'è pure un'altra precisazione ancora più sottile da fare, a questo proposito. I Padri pongono come scopo dell'Incarnazione, la nostra salvezza: il che è vero, è di fede. Tuttavia bisogna tener presente, a voler essere ancora più puntigliosi. che tutto ciò che Gesù ha fatto, fino a morire in croce, è derivato dal suo voler fare la volontà del Padre: "Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito" ( Gv 3,16); e ancora: "Io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato (Ib 14,30).
Da queste dichiarazioni di fede si arriva a capire che tutto è partito dal Padre e che, di conseguenza, Gesù non è morto, diciamo direttamente per noi maper eseguire la Volontà del Padre che intendeva salvarci mediante la passione e morte del suo divin Figlio.
Una sottigliezza, certo, perché il senso è sempre quello. Ma una sottigliezza che serve per andare più a fondo nei contenuti della redenzione. E' ancora e sempre il Padre il vero protagonista di un disegno così grandioso, da apparire assurdo alla mente umana.
L'altra espressione "discese dal cielo va intesa non in senso letterale, come se si trattasse di una vera calata da un luogo ad un altro, ma in quello metaforico, cioè figurato, come siamo soliti esprimerci nel linguaggio comune. Sappiamo, in verità, che il cielo, cioè il paradiso, non sono luoghi; ma stati di essere, come dire, di essere in Dio.
Si riesce almeno ad intuire che, al di là delle soglie della morte. insomma della corporeità, non esistono più né dimensioni di spazio, né di tempo. Ma, per intenderci; occorre necessariamente rifarsi a questo nostro povero modo di esprimerci.
In conclusione il Verbo era presso Dio", "venne ad abitare in mezzo a noi", per noi uomini e per la nostra salvezza, espressioni consacrate dall'uso bimillenario della Chiesa, che ci riempiono di meraviglia e di commossa riconoscenza verso il Padre, artefice di un progetto d'amore così misterioso e verso il Figlio che l'ha realizzato nello Spirito Santo.
Padre Bernardino Bordo, passionista
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