PREGARE BENE
Tre maniere di recitare bene una preghiera
Anche a questo proposito scegliamo la ripartizione in tre punti, seguendo S. Tommaso d'Aquino:
Badare alla retta pronunzia delle formule.
Seguire con la mente le parole che si pronunziano.
Tenersi alla presenza di Dio nella maniera che ci resta più facile in quel momento.
È risaputo che la nostra attenzione, durante la preghiera, non regge più di qualche minuto e che oggi è assai più difficile che in altre epoche mantenere ferma la mente su di un punto o un altro di riflessione.
D'altronde, se uno provasse a ripetere una preghiera nella quale si è distratto, finirebbe di distrarci anche prima... E sufficiente riprendere dal punto dove ci si è accorti di esserci divagati.
In proposito, si tenga presente che la preghiera personale, o comunitaria è resa valida dall'intenzione, non dall'attenzione.
Per cui, parlare di distrazioni volontarie o involontarie, è un discorso poco esatto. Distrazione, ripetiamolo, richiama la mente, non la volontà. Se preghi, è segno che vuoi pregare. Quindi c'è volontà di pregare, anche se la mente si è distratta.
In ogni caso, è assai utile farsi carico di ridurre le divagazioni della giornata, specialmente nell'avvicinarsi del tempo stabilito per la preghiera
ESULTIAMO DI GIOIA; ALLELUIA