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Un monastero
“Il più isolato“ dell'Egitto cristiano
nel deserto del Mar Rosso
         (Prof.ssa Maria Luisa de Gasperis
docente archeologia-università Roma )

In un antico testo della biblioteca dell’ I.F.A.O  del Cairo è venuto alla luce il Diario “Les Voyages en Egypte de Jean Coppin, 1638-1646”  nel quale Jean Coppin  studioso ed esploratore francese illustra il Monastero di San Paolo nel deserto del Mar Rosso. Egli scriveva che durante un soggiorno al Cairo: “ … si sentì toccato dal desiderio di visitare le solitudini dei grandi “Anacoreti“  San Paolo e Sant’Antonio  e anche se esisteva il pericolo di essere depredati e forse anche uccisi dai predoni  Arabi che erano i padroni incontrastati di questo sconfinato deserto, decise di intraprendere ugualmente questo pericoloso viaggio.
Raccontò il suo pellegrinaggio e dette una descrizione dettagliata di ciò che aveva visto… la Chiesa… è infossata dodici o tredici piedi sotto la terra e si discendono circa ventitré scalini…”. Nacque dunque il bisogno, nella scrivente,  di raggiungere questo Monastero  poiché, continuando la lettura  del “Diario“ esso sembrava racchiudere grandi tesori sacri che riflettevano  significati inconsci di elevata fede di un’epoca ormai pressoché dimenticata.



Decisi quindi  di affrontare il viaggio guidata da un  accompagnatore esperto, un monaco  che da molto viveva nel  Monastero, Padre Macario.

Raggiunsi il Monastero dopo sei ore estenuanti sotto un sole sferzante: si trovava dall’altra parte del Nilo presso il Mar Rosso, in una valle fra montagne imponenti e deserti assolati.

Ciò che maggiormente colpiva era la distesa sabbiosa che lo circondava e le alte mura che si ergevano a protezione delle strutture dove per secoli avevano vissuto monaci e sostato pellegrini. (*)

Gli antichi scritti, molto  lacunosi, raccontano che San Paolo – Paolo di Tebe, morto verso il 340 – considerato uno dei primi eremiti, per sfuggire alle persecuzioni, si ritirasse in questo luogo, all’interno di una caverna sulla quale, successivamente, fu eretta la chiesa; questo punto sembra essere il più antico del  Monastero ed è situato ad un livello inferiore rispetto alle probabili successive costruzioni.

Il complesso è molto vasto e articolato per le sovrapposizioni architettoniche e i cicli pittorici che si sono succeduti nei secoli.


Non potendo offrire una descrizione dettagliata descriverò le parti che possono essere più significative.

Attraverso la moderna cinta muraria che circonda il complesso, quasi a volerlo proteggere dal mondo esterno, si entra all’interno dove si scorge , nella zona settentrionale, il muro della Chiesa risalente al VI sec., alto ca. 10 mt. e  largo ca. 2 mt.; essa fu restaurata da Al-Gawari alla fine del XVIII sec., come indica una iscrizione in lingua araba sull’arco della porta d’ingresso. (*)



In epoche remote non vi erano aperture nelle mura a livello di terra e si poteva accedere all’interno del Monastero solo attraverso una sorta di grande paniere di legno che rappresentava un antico “ ascensore “ ; esso serviva per trasportare gli ospiti e i monaci all’interno del complesso dopo essere stato calato al di la delle mura: la gabbia veniva sollevata da una robusta corda che permetteva di trasportare persone e cose  nella parte interna.(*)

Un secondo paniere di legno e corde intrecciate legato ad una fune, una volta riempito di cibo e acqua era calato all’esterno come offerta di ristoro per i pellegrini e i beduini che si trovavano a passare in quei luoghi.

Tutti gli alimenti erano preparati all’interno del Monastero ed ancora oggi , in piccoli vani  - minuscoli Musei – messi in bella mostra, si vedono gli attrezzi che servivano ai monaci per assolvere questi compiti: una tavola con utensili e contenitori per cibi.  (*): piccoli ma grandi esempi di una vita segnata dalle ore di preghiera e di lavoro.


Ma la cosa indispensabile alla sopravvivenza era l’acqua  e qui, tra queste caverne, per mantenere l’acqua fresca, si faceva ricorso ad una sorgente, scavata nella roccia di una grotta da cui dipartiva un piccolo canaletto che convogliava le acque in una vasca – pozzetto (*) chiamato “l’Occhio dell’acqua”; l’ambiente era delimitato da un muro con aperture ad arco attraverso le quali, si permetteva l’ingresso a coloro i quali avevano la necessità di dissetarsi.

Per giungere a questo “Tesoro”, così era ed è tuttora considerato un  pozzo d’acqua, si doveva attraversare un ponte levatoio (*) che veniva sollevato da una ruota anche per impedire l’ingresso agli invasori.


Queste sono alcune delle strutture che raccontano, anche se in maniera molto frammentaria, un sistema di vita che è nato e si è fortemente espanso in alcuni territori isolati in conseguenza dell’esempio dato dalla vita degli “Anacoreti“ ed al loro insegnamento appreso negli anni  420 – 430 e l’esempio della loro vita, vissuta in località impervie come i deserti  del Sinai e della Palestina.

La povertà che si presenta come esigenza monastica ha un significato profondo, poiché è assimilata ad una ascesi  che si realizza nella scelta del “deserto“, infatti già dal VI sec. la Chiesa afferma un’immagine diversa della sua presenza nel mondo.



L’ascetismo delle prime comunità cristiane presentò una forte influenza nella società e creò modelli carichi di significato. Ritirarsi nei deserti, allontanarsi da ogni richiamo umano e il progressivo inoltrarsi in queste sabbie, era come donare  se stessi per affrontare interiormente la solitudine assoluta.

E’ questo che si prova – ancora oggi -  calpestando  le sabbie del deserto e il silenzio diventa un ideale austero, carico di significato, che si presenta come  povertà e rigore, sacrificio e ascesi.

Questo profondo sentimento di solitudine e di introspezione si legge nel primo eremo in cui visse San Paolo, la grotta naturale che egli per i suoi bisogni personali ampliò con scavi nelle rocce che la circondavano da una parte e dall’altra (*).

La Chiesa dedicata alla memoria del Santo dovrebbe essere la parte dell’Heikal  più antica  e presenta la forma primitiva di una cupola con la voluta bassa e piuttosto piatta, scavata nella roccia con una esecuzione imperfetta oppure potrebbe essere l’Oratorio di quando la caverna era ancora un eremitaggio.

Proseguendo lungo l’itinerario, si è accompagnati da un arcobaleno di splendidi affreschi, rovinati dal tempo, ma che conservavano una forza ed una bellezza dalla quale traspariva la profonda spiritualità che confermava il pensiero e la filosofia di queste anime ascetiche.



Di questi, alcune immagini possono comunicare gli insegnamenti sommessi e silenziosi che sprigionano da esse per giungere all’umanità intera: nell’ambiente dedicato a S. Antonio affreschi del 14^ sec. con Angeli e Santi (*), l’Heikal dell’inizio del 17^ sec. con rappresentazione di ventiquattro preti e nella Cupola il Cristo benedicente in trono circondato da sette angeli che suonano le loro  lunghe ed affusolate trombette ( trompette), l’immagine ormai molto erosa di San Paolo (*) e nel nartece la cupola decorata con le raffigurazioni di alcuni santi cavalieri(*).

E per concludere questo breve scritto, voglio ricordare le immagini   di alcune  splendide icone risalenti al XVII secolo (*).

AS VIAS DO ESPIRITO

TER CORAGEM DE RENUNCIAR

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XXIII  Domingo do Tempo Comum
08 Setembro 2013
Evangelho  - Uma reflexão

TER CORAGEM DE RENUNCIAR

Não é de se admirar se no Evangelho de Lucas estejam escritas essas palavras:  "  Se alguém quiser vir a mim e não odeia sua mãe, sua mulher, seus filhos seus irmãos, suas irmãs e até sua propria vida, não pode ser meu discipulo" (Lc 14.26) Será que Cristo nos pede uma coisa tão desumana a ponto de odiar a prória familia ?   É preciso entender que o verbo "odiar" está no lugar de amar menos, ser desapegado. São Lucas excreveu em excelênte lingua grega, serviu-se, no entanto, de várias fontes, e por isso paga às vezes o tributo à lingua das fontes que usa. Aqui, portanto, se trata de semitismo.

THE WAYS OF THE SPIRIT

Song of Love

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Mary of Nazareth

You were there in silence,
Maybe in prayer;
With thoughts facing the future
And with the spring of life in the heart.
Poor house, rough walls, too narrow to accommodate
the expectations of better.
And Gabriel, the angel of light, said to You:
"Rejoice, your God wrapped you with love
and asks to turn your womb to the sky".

 

LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

La fisonomía de Jesús

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De una carta de
Publio Léntulo a Tiberio (31d.c.)


Carta de Publio Léntulo, gobernador de Judá al emperador sobre la descripción de las características de Jesucristo. Léntulo fue contemporáneo de Cristo. Es un documento histórico de gran valor y muy creíble. Entiendo, César, que deseas saber lo que te digo ahora – estando aquí un hombre llamado Jesucristo, que por el pueblo le llaman Profeta y sus discipulos le tienen por Divinidad, y dicen que es el hijo de Dios, Creador del cielo y de la tierra, y de todas las cosas que en ella se encuentran y están hechas.

 

WEGE DES GEISTES

L’arte narrativa di Marco Evangelista

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L’arte narrativa di Marco Evangelista

Soffermiamoci un momento sulla capacità dimostrata dall'evangelista Marco nel comporre il suo racconto, tenendo sempre presente che non possiamo considerare il suo lavoro come un semplice prodotto dell'arte umana, sapendo che si tratta di una prosa stesa sotto ispirazione divina, come ogni altro scritto biblico. Iniziamo col ricordare che il Nostro è uno scrittore semita; non estraneo all'ellenismo e alla romanità. Per questa ragione si serve di parallelismi o di quella che gli esegeti chiamano paratassi, consistente nell'adoperare un elemento descrittivo che poi ribalta. conservandole per quello che è, allo scopo di ribadire meglio quanto vuole offrire al lettore.

Preghiere

PERCHÉ E COME PREGARE ? Un pensiero

PERCHÉ  E  COME   PREGARE  ?
          Un pensiero


La preghiera come dialogo com Dio é un bene sommo, essendo una vera intimitá con Lui stesso. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono schiariti cosí anche l'anima che é tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Non deve essere frattanto una preghiera fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore e non deve essere circonscritta a determinati tempi e ore ma fiorire continuamente notte e giorno. Non bisogna innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che anche quando siamo occupati in altre faccende sia nella cura verso i poveri sia in altre attivitá inpreziosite magari dalla generositá verso il prossimo, abbiamo il  desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall'amore divino come da sale, tutto diventi cibo gostosissimo al Signore dell'universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi, per tutta la vita se a questo tipo di preghiera dedichiamo il piú possibile del nostro tempo. La preghiera é la luce dell'anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l'uomo. L'anima elevata per mezzo suo in alto fino al cielo abbraccia il Signore con amplessi ineffabili.  La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio  e allo stesso tempo rende felice l'anima perché appaga le sue aspirazioni, dovendo essere una preghiera autentica e non sole parole meccaniche.   Essa é um desiderio di Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini ma prodotto di una grazia divina. Di essa l'Apostolo dice: " non sappiamo pregare come conviene, ma lo spirito santo intercede per noi con gemiti inesprimibili."( Rom. 8.26b)  Se il  Signore da a qualcuno tale modo di pregare é una richezza da valorizare  e un cibo celeste che sazia l'anima. S elo ha gustato si accende il desiderio celeste per il Signore come un fuoco ardente che infiamma l'anima. Dobbiamo abbellire la nostra casa di modestia e umiltá mediante la pratica della preghiera e rendere splendida la nostra abitazione con la luce della giustizia e ornare le pareti con opere buone come una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose collocare la fede e la magnimitá ponendo ogni cosa in alto sul fastigio la preghiera e decoro di tutte le cose.  Solo cosí prepariamo al Signore una degna demora e cosí lo accoglieremo  in splendida reggia e  cosí trasformerai la tua anima in un tempio della sua presenza...........