Scienza e religione
Nel tanto commiserato medioevo si era giunti alla convinzione che si trattasse di due modi di giungere alla verità: uno (la scienza) attraverso la ragione e l'altro attraverso la fede. Con l'illuminismo anglo francese dei secoli XVII e XVIII si è sfociati nella contrapposizione tra scienza religione, per cui una esclude l'altra. Le conseguenze sono presenti tuttora, anzi si sono aggravate. Potete costatarlo dai vostri figli o nipoti che, arrivando agli studi superiori vanno in crisi di fede, perché studiando(dicono) ci si avvede che la religione è al di fuori di ogni dimostrazione scientifica.
Naturalmente, in questa sede vogliamo soltanto evidenziare qualcosa di una problematica tanto complessa, appassionante e colma d'interrogativi per il cristianesimo moderno e futuro.
Chi studia sa, purtroppo, che in tempi non molto lontani da noi, la persuasione che con il solo Vangelo si avesse in pugno la verità, tutta la verità, si era arrivati a guardare le conquiste scientifiche e tecnologiche con una certa diffidenza, fino a mettere in guardia i credenti, come da un pericolo per la fede. Documenti dell'autorità religiosa di quegli stessi secoli, fino a non molto tempo fa, rivelano una comprensibile preoccupazione per alcuni aspetti truculenti di questo o di quello scienziato, di questo o di quello scrittore, fino a condannare in blocco anche le conquiste più ragionevoli della rivoluzione francese, delle scienze naturali e della sociologia del sette-ottocento. Ne hanno pagato le spese perfino alcune acquisizioni dell' esegesi cattolica, al suo nascere sull'orizzonte della cultura biblica.
Comprensibile, ripetiamolo, perché, di solito, ogni scoperta, ogni conquista spinge l'uomo ad esasperarne i risultati, ad adoperare formule di quello stesso dogmatismo religioso che s' intende combattere... Tuttavia le conseguenze si sono fatte sentire fino alle soglie del Vaticano II.
A quel punto furono raggiunte alcune sintesi stupende, che dovevano restare paradigmatiche, per una comprensione sempre più aperta, da parte della Chiesa, verso ogni sforzo della scienza di rendere più umana la convivenza civile e più vasto l'orizzonte degli interessi dell'uomo, durante la sua avventura terrena.
Potremmo condensare gli aspetti essenziali del discorso in questi termini:
La scienza che pretendesse di escludere la religione, sostituendosi ad essa, tradirebbe la sua funzione, mentirebbe contro se stessa, dimenticando che niente vi può essere di assolutamente certo nelle sue sperimentazioni.
La religione che pretendesse di escludere la scienza, considerandola una sua nemica, si auto condannerebbe al fanatismo che defluisce in superstizione, magia e fondamentalismo.
Riguardo ad un certo culto idolatrico della scienza, va detto che il vero scienziato sa quanto siano incerte le nostre conoscenze, per cui è umile e rarissimamente ateo; lo scientista, al contrario, è uno zibaldone di notizie affastellate nella mente in forma approssimativa, confusa, capace solo di creare vanità e ricerca di successo.
Un recente autore francese si è divertito ad inventariare, in una sua pubblicazione, una carrellata interminabile di autori dal `500 in poi, dove uno rende nota una scoperta e un altro, dopo qualche anno, la sconfessa del tutto.
Recentemente sta per accadere anche alla famosa teoria del big bang...
D'altra parte, il devozionismo fantasioso, una certa ricerca del sacro, di stampo magico e superstizioso, sono la conseguenza di una evangelizzazione spesso lontana dai contributi della ricerca storica e scientifica in campo biblico, cristologico e teologico che rendono la persona di Cristo più vicina all'osservazione dell'uomo moderno e più in grado di innamorarlo di lui e del suo messaggio di liberazione.