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"Chi è il mio prossimo?"
(Lc 10, 29)


Nelle nostre omelie domenicali, nelle nostre scuole di catechismo ai fanciulli (e non solo in queste occasioni) continuiamo a parlare di "prossimo ", attribuendo al termine senso universalistico, tipicamente cristiano, che allude a tutto il genere umano, a tutta la storia passata, presente e futura. Segno consolante di quanto il Vangelo abbia permeato     di sé la mentalità e la vita di gran parte dell'umanità. Purtroppo, né etimologicamente, né religiosamente e né esegeticamente può dirsi che si tratti di una interpretazione esatta. Etimologicamente, la parola prossimo, dal latino proximus, indica solo "il vicino": il vicino di casa, il vicino di lavoro.




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Religiosamente, cioè nel Vecchio Testamento da cui deriva, significa solo il vicino di razza, un membro dello stesso clan, della stessa tribù. Tutti gli altri sono degli estranei: da rispettarsi se si comportano bene, da considerarsi nemici, se ci facessero del male.

Ora la frase alla quale ci riferiamo è uscita dalle labbra di un Dottore della Legge, il quale aveva tutt'altro che l'intenzione di accettare una lezione su materia religiosa da un sedicente rabbi di Nazareth.

Quella domanda non faceva assolutamente parte di materie seriamente dibattute fra loro, maestri in Israele: era solo una insidia, questa volta architettata con tanta sottigliezza, che lo stesso evangelista Marco, il primo a registrarla sul Vangelo, ha stentato a riportarla nelle sue precise articolazioni, come, invece, è riuscito a tramandarci Luca.

Gesù, dunque, non solo non rispose a quella domanda, ma la rimpallò al mittente, che così fu costretto a recitare lo Shema, preghiera ebraica, dove è presente il primo omandamento: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il  tuo cuore...» (Dt 6, 4-5) ed ad aggiungervi il passo di Levitico dove si ordina di non conservare rancore «contro i figli del tuo popolo»", per concludere: Amerai il prossimo tuo comete stesso (Lv 19,18).

Come si vede: tutt'un discorso limitato al loro popolo, alla loro razza...

Lo scriba, comunque, rimasto disarmato e umiliato da quella manovra, osò insistere sulla linea dell'insidia: «E chi è il mio prossimo?»


A quel punto Gesù costrinse il suo interlocutore a seguirlo non in chiave dialettica, ma su quella di atti concreti. E ne venne fuori una delle sue più splendide e significative parabole: quella del buon Samaritano.

Con quel racconto egli annulla ogni discriminazione di razza, e di ogni altro tipo, affermando che ogni uomo è fratello dell'altro, perché ugualmente amato dal Padre, redento dal Figlio, santificato dallo Spirito.In conclusione, quanto prima smetteremo di parlare di prossimo, per insistere sull' amore fraterno, universale, più saremo vicini al pensiero e alle intenzioni di Gesù.

AS VIAS DO ESPIRITO

Imitação... 1.16 COMO ATURAR OS DEFEITOS DOS OUTROS

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Imitação... 1.16
 
COMO ATURAR OS DEFEITOS DOS OUTROS

 
0 que o homem não pode emendar em si mesmo ou nos outros, deve suportar com paciência até que Deus disponha de outro modo.
Considera que assim convém para provar tua paciência, sem a qual os nossos méritos não merecem grande estima.
Deves,  porém, suplicar a Deus que te ajude, para que, de boa vontade, possas vencer estes obstáculos.
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Se alguém, uma ou duas vezes, admoestado não se emenda, não porfies com ele: mas entrega tudo a Deus, para que a sua vontade seja feita e ele, que sabe converter o mal em bem, seja glorificado em todos os seus servos.

THE WAYS OF THE SPIRIT

Letter to Baby Jesus

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To Baby Jesus
Stars Street
Heaven

I’m here at the church, just for curiosity, to see you in the crib in a moment when nobody is in.
I need to ask you some questions. I know that during your life you had a lot of troubles and some of yours don’t skimped  criticism, malicious questions and bad opinion about your actions. But why when you do  good you are always insulted? THE HUMAN HISTORY IS ALWAYS THE SAME!


 

Preghiere

PREGHIERA A MARIA


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PREGHIERA A MARIA
Benedetto XVI

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi,
affinché viviamo il Vangelo.
Aiutaci a non nascondere
la luce del  Vangelo
sotto il moggio della nostra poca fede.