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Asfissia carbonica

Innanzitutto va chiamata in causa la serie ininterrotta e profonda delle emozioni in contrasto che turbarono l’animo del Salvatore in quella vigilia di morte. Giorni prima aveva ammesso: ”L’anima mia è turbata”. Durante la cena Gesù  rivisse tutte le angosce precedenti, col traditore, e con i suoi cari che lasciava.

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Al Gethsemani fu chiaro anche ai discepoli questo stato di sofferenza insolita che preludeva al sudore si sangue. Ma doveva ingoiare pene e angosce ancora più intime, durante il processo di morte. Ci fu, in particolare, il momento di furia scatenata, dopo il grido di Caifa, che lo dichiarava bestemmiatore.

Il Vangelo dice che gli si fecero addosso e lo percossero nelle maniere più pesanti. Seguirono le poche ore di attesa della seconda seduta del sinedrio:anche allora,schiaffi e maltrattamenti.

Se a questo aggiungiamo quanto accadde nella flagellazione e nella coronazione di spine, si sconfina nell’incredibile. Gesù doveva morire sotto i flagelli… Non fu così; ma le sue condizioni fisiche furono annientate; anzi furono tenute in piedi solo perché arrivasse alla esecuzione capitale. Sulla croce Gesù ci arrivò solo per miracolo, o se vogliamo, solo per forza di volontà. Se la flagellazione non lo vide spirare, determinò, a distanza di meno di cinque ore, tutti i fattori più direttamente presenti alla sua morte.

Bisogna premettere, con gli esperti più  qualificati che a distanza di anni, anzi di secoli, non è così facile porsi il problema nella prospettiva di un fatto accessibile ad una analisi esauriente. Tuttavia è appassionante tentarlo e,sopratutto, utile alla nostra fede in Cristo Gesù. Se vogliamo avere un concetto semplificato della eziologia, o ricerca delle cause, della morte di Gesù, dobbiamo dire così: la flagellazione provocò la setticemia o tetano, questo a sua volta determinò l’impossibilità della respirazione, per cui Gesù  morì di asfissia carbonica o per anossiemia.

Vediamo di chiarire questo quadro:

 La flagellazione produsse, come logica conseguenza, piaghe contuse che, non disinfettate in nessun modo, misero in moto un processo d'infezione nel sangue che, distanziato su quasi 5 ore (la flagellazione deve essere avvenuta verso le dieci del mattino) potè produrre crampi dolorosissimi. Questi crampi, o dolori spasmodici ai muscoli,investirono Gesù quando fu in croce. Da principio il fenomeno interessò la zona del torace, già provato duramente, per via della tensione degli avambracci,tesi per i polsi schiantati con chiodi e fissati sulla trave trasversale, o patibolum, della croce.

Ad un certo momento gli spasmi diventarono così atroci da non permettere più la dilatazione necessaria alla inspirazione ed espirazione comprese nel nostro moto respiratorio.

Questo progressivo annullamento della respirazione di Gesù, causò una grave crisi circolatoria, nel senso che il sangue delle vene periferiche, affluì a quelle centrali, provocando una congestione passiva,o stasi delle prime, in particolare delle vene esoteriche, con gravi danni alle sistoli del cuore, o moto naturale del cuore che pompa sangue in tutto l’organismo.

Questo fenomeno, di sangue impoverito di ossigeno, per la mancanza di respirazione sufficiente avrebbe provocato l'intossicazione carbonica nel sangue.

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AS VIAS DO ESPIRITO

Lucas: o Evangelista da Vigilância

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Lucas: o Evangelista da Vigilância
 
Outra orientação do Evangelho de Lucas é aquela do continuo chamamento à vigilância. Para entender os motivo de fundo do escriba, ou seja, mais exatamente do Divino Mestre, do qual refere a doutrina e os traços biograficos inconfondíveis, temos que ter presente as primeiras impressões que teve Jesus diante da situação socio-religiosa da sua gente.  Se tratava de uma indigência apena imaginável, por um povo que vivia na miséria, resultante de uma atividade agricola totalmente arcaica, na linha de um pastoreio de forma a garantir um pouco mais que a sobrevivência, mais um tipo de pescaria limitada ao lago de Genezareth, com algum inicio de atividade financeira, reservada à classe dominante, sacerdotes e aos acólitos do templo. Eram  esses os recursos de uma familia comum da sua terra.

Codice shinistaT

THE WAYS OF THE SPIRIT

RABBUNI’

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RABBUNI’
Mary Magdalene, turned towards Him  and, speaking in Hebrew, said to Him “Rabbuni” which means Teacher (Gv 20,16). It is important to underline that the woman, until now, had spoken with the unknown grave guardian, turning Him her shoulders. She was not interested in Him, she was attracted by that grave, deprived by her beloved Teacher’s corpse. Called by her name, she suddenly changed her look and she was immediately face to face with the man she was  so heartbrokenly looking for : He was really Jesus.


LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

«Danos siempre de este pan.» (Jn 6,34)

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«Danos siempre de este pan.» (Jn 6,34)

"Como primer signo de amor, Jesús nos ha dado su carne como comida, su sangre como bebida. Es una cosa inaudita que exige de nosotros admiración y estupor. Lo propio del amor es dar siempre y recibir siempre. Ahora bien, el amor de Jesús es a la vez pródigo y ávido. Todo lo que tiene, todo lo que es, lo da. Todo lo que tenemos, todo lo que somos, él lo asume.
Tiene un hambre infinita... Cuanto más nuestro amor le deja actuar, más ampliamente gustaremos de él. Tiene un hambre inmensa, insaciable. Sabe bien que somos pobres, pero no lo tiene en cuenta. Se hace pan él mismo dentro de nosotros, haciendo desaparecer primero, por su amor, vicios, faltas y pecados.

Luego, cuando nos ve purificados, llega, ávido, para asumir nuestra vida y cambiarla en la suya, la nuestra llena de pecados, la suya llena de gracia y de gloria, preparada para nosotros, con tal de que renunciemos...Todos los que aman, me comprenderán. Nos da a experimentar un hambre y una sed eternas.Image

 

A esta hambre, a esta sed nos da en alimento su cuerpo y su sangre. Cuando los recibimos con devoción interior, su sangre llena de calor y de gloria corre desde Dios hasta nuestras venas. El fuego prende en el fondo de nosotros y el gusto espiritual nos penetra el alma y el cuerpo, el gusto y el deseo. Nos hace semejantes a sus virtudes: él vive en nosotros y nosotros en él."

 
 

Beato Juan van Ruysbroeck, Abad

WEGE DES GEISTES

Dal deserto della Quaresima al giardino della Pasqua

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I domenica
di Quaresima



Dal deserto della Quaresima
al giardino della Pasqua

PENSIERO DELLA DOMENICA
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La Liturgia ci presenta Gesù che antepone alla sua missione ardua e difficile, un periodo (40 giorni) di preghiera e sacrificio nel deserto, ma costantemente tentato da satana. E’ la prima domenica di quaresima, tempo di riconciliazione e perdono. La prima tentazione per noi è questa: Eh, ancora c’è tempo a Pasqua; ed invece queste settimane passeranno velocissime!
Allora cosa dobbiamo fare? Nei tempi antichi, in questo periodo, si teneva un atteggiamento che per noi è sconcertante. I più convinti della necessità del perdono si mettevano in queste domeniche lungo i gradini esterni della Chiese, con un cartello ben visibile, dove c’erano elencati i propri peccati. La gente passava, leggeva e loro accettavano questa vergogna! C’è nella Bibbia una pagina nera della storia di Davide.

Preghiere

Caro Dio

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Caro Dio

Questa lettera non la leggerà mai nessuno, ma non importa: l'importante è che arrivi a Te. Non ho particolari cose da chiederti... anzi nessuna, se non una. Voglio pregarti per tutte le persone che incontro ogni giorno, che incrocio per le strade, che mi passano accanto nei supermercati, che vedo alla televisione, che assistono ai concerti ed ascoltano la musica come me. Voglio pregarti perché siano felici.