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Niente psicosi

Sembra molto strano che, proprio l'accusa dei peccati veniali, rappresenti la sorgente più comune di angustie, per chi si accosta al Sacramento della Penitenza. Ma la ragione è ovvia.
Generalmente i più devoti, diciamo così, di questo Sacramento, sono gente dalla coscienza dignitosa e retta, direbbe Dante, che, quindi, hanno solo mancanze leggere, a loro carico. E, allora, vagli a rovistare questa loro coscienza, quando vanno a confessarsi...
 

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Ma, santo cielo, è stato detto loro, “si o no?” che i peccati veniali sono materia libera del Sacramento, quindi possono manifestarli o meno...

Ma, questo sì, l'hanno inteso dire: “E, allora, cosa andate a fare in confessione?...”.  Ben detto; cosa andate a fare! Tutto qui: non si spiegava chiaramente che non si andava tanto a dire, quanto a ricevere: ricevere la grazia sacramentale della Conversione. 

Al contrario, avevano inteso dire, in Azione Cattolica, che ci si doveva confessare spesso, per ottenere un aumento di grazia.  Ma l' affermazione era assolutamente imprecisa. Per ottenere semplicemente un aumento di grazia, c'era l'Eucaristia: con una sola Comunione se ne ricava tanta, che nemmeno 50 anni di confessione potrebbe eguagliare...

Dunque, quando si portano alla Penitenza solo colpe veniali per l'esame, regolarsi di conseguenza; per la manifestazione, procedere con tutta semplicità: quel poco che uno ricorda; punto e basta.
Con questo, troverete più facile riconcentrarvi sul punto essenziale di quel momento di grazia speciale che ci permetterà o di non ricadervi più, oppure di rialzarci prontamente, più umili e più attenti...