

La seconda va sotto il nome di affettiva, perché, ormai basta anche una semplice riflessione, per muovere lo spirito ad affetti santi verso Dio, Gesù, la S. Vergine. È l'orazione del cuore.
La terza, unitiva, è tale perché, a quel punto, anche un semplice pensiero buono, un moto del cuore, può portare ad uno slancio intimo con Dio. È la contemplazione.
Se, a quel punto, volesse insistere ancora sulla meditazione propriamente detta, cioè sul lavoro mentale, si precluderebbe la via ad un progresso spirituale di grande importanza.
In questo nuovo stato di raccoglimento e di tratto ben composto, è facile per l'anima avvertire inaspettatamente degli stimoli amorosi verso Dio, che le si mostra tanto benevolo e ricco di doni.
Se questi richiami vengono accolti e facilitati, una simile esperienza di unione può giungere a creare nell'interno un'atmosfera di grande confidenza col Padre celeste, unita ad una costante disposizione ad accontentarlo in tutte le Sue richieste divine.
A questo punto, se nel dire una giaculatoria o nel permettersi una pia aspirazione, le potenze interne si raccolgono silenziosamente, mentre una dolcezza mai provata inonda l'intimo, è bene trattenersi in quella disposizione e non preoccuparsi di passare oltre.
Per mancanza di maestri esperti su questa scienza divina, molte persone che vi sono chiamate o restano fuori la porta o si arrestano alle prime difficoltà e incertezze...