... perchè sconcertato
dal suo squallore
Il padre era rimasto sconcertato (quasi non lo sapesse) dello squallore che avvolgeva tutta la persona di quel suo figlio, tornato nuovamente fra le sue braccia. Lo abbiamo inteso gridare alla servitù che aveva nel palazzo di affrettarsi a portare "il vestito più bello" (Lc 15, 22- 23), per rivestirlo splendidamente, come a confermargli che era ancora il giovane padrone di prima, benché ora ridotto, a quegli estremi. Ad accentuare questa riconferma nella sua dignità, volle che portassero anche altri due simboli inconfondibili della nobiltà della origine: "L' anello al dito e i calzari ai piedi".
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L'anello era certamente d'oro, e non era davvero l'ornamento di povera gente, che lottava per la sopravvivenza. Solo i ricchi potevano esibire simili preziosità. Il nostro ex porcaretto, nonostante tutto quello che aveva combinato nel tempo della sua avventura, restava sempre il figlio di un gran signore e tutti dovevano sapere, incontrandolo, che apparteneva ad una famiglia di rango.
I calzari che la servitù avrebbe infilato ai piedi del giovane non erano i miserabili sandali di cui erano in grado di disporre anche i poveri. Doveva trattarsi di calzari eleganti, che solo i benestanti potevano permettersi.
Ora se consideriamo che quelle mani del giovane, non si sa per quanto tempo, avevano trattato porci, accudito alle esigenze di porcilaie che il pio ebreo avrebbe avuto orrore perfino di nominare; se ci permettiamo un'occhiata a quei piedi che avevano errato fra campi, sterpaie e pietraie, alla guida di quei branchi, facciamo presto a capire a quali estremi di premura sapeva giungere quel Padre incomparabile. Un particolare non viene riferito dalla parabola registrata da Luca: il bagno consueto per chi rientrava in casa, dopo un lavoro, un'uscita per la spesa, o un'assenza qualunque. E' noto che a chiunque tornava, dopo una qualunque permanenza in terra pagana, quindi immonda, s'imponeva l'obbligo di scuotersi di dosso la stessa polvere riportatane dietro e concedersi l'abluzione rituale. Figuriamo nel caso del nostro giovane, dopo il deplorevole ''mestiere" al quale aveva dovuto assoggettarsi, per sopravvivere...
Lautore di una parabola tira più dritto che può al suo assunto, tralasciando, o lasciando sottintendere tutto il resto. Qui Gesù vuole rimarcare quanto più possibile i segni della premura del Padre per la reintegrazione totale del figlio nella sua dignità. Ogni altro elemento di composizione viene incluso o tralasciato, secondo la sua attinenza all' assunto.
Al Maestro interessa soprattutto tratteggiare con efficacia l'abiezione dove ci lasciamo andare con il peccato e l'amore immenso del Padre che l'annulla, appena torniamo a lui figlio gli ha riportato la sua persona sfigurata dalle conseguenze del tradimento. Lui gli restituisce lo splendore di cui si era spogliato, con una delicatezza di tatto che c'intenerisce perché sembra superare l'amore che aveva per il figlio, prima della colpa.
E tutto questo è solo il preludio della sinfonia piena di giubilo che il Padre farà sentire con parole che sanno di grido d'amore, per affrettare il convito di festa con il quale vuole chiudere questa pagina della storia di sua famiglia.
Padre Bernardino Bordo, passionista