
3 domande x 3 risposte
Rispondiamo alle Vs domande!
D. Fino a che punto il timore di non salvarsi è utile alla vita spirituale?
R. Fino a che non crea sconforto o depressione interna. Lei sa bene che il cammino verso Dio è già di per sé su strada assai stretta. Non è saggio restringerla ancor di più con queste paure eccessive. Se la salvezza fosse da attendersi dalla nostra virtù, ci sarebbe da tremare. Ma il Vangelo ci assicura che "chiunque vede il Figlio e crede in Lui, ha la vita ete¬na" (Gv 6,40). Credere vuol dire affidarsi, partecipando con le opere alla sua Passione e Morte.
D. Quando soffro fisicamente non riesco a dissimularlo. Ne perdo il merito?
R. Affatto. Il merito dipende dall'amore di Cristo con cui accetta di soffrire con lui. Ta¬cere è segno di maggior virtù. Appunto, maggiore rimanda al più e al meno "che non mutano la natura delle cose". Lo dicevano gli antichi filosofi; ma vale anche nel nostro caso. S. Paolo della Croce insegnava a Lucia Burlini: "Patire, tacere e cantare in spirito". Se anche lei ci riesce, si avvicina alla sua santità.
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