D. Un mio cugino si è suicidato sparandosi alle tempia. Mi dicono che il vescovo interpellato dal parroco, ha negato la celebrazione della messa al funerale. Solo esequie il giorno appresso, la messa, si, ma senza la presenza della salma. Che pensarne?
R. Sono notizie molto strane e bisognerebbe appurarne quanto siano esatte. Si sa, che dopo il Concilio, è lasciata facoltà al vescovo di permettere i funerali anche per i suicidi nel caso che non ci siano motivi pastorali che lo dissuadano. Oggi in Italia generalmente si è molto comprensivi, visto che la prassi antica della Chiesa intendeva solo di dissuadere i fedeli da un gesto simile, non di condannare un morto! Poi si è considerato che, a quel modo, veniva penalizzata una famiglia, già tanto provata da un disgrazia del genere, non trovando nella Chiesa una Madre che viene incontro a chi soffre.
D. Sarò sempre saldo nella fede? Talvolta ne temo sul serio.
R. Ottimo e benefico timore. Fino a quando lo avvertirà, praticamente sarà impossibile deflettere dalla fede. Sarà sempre un dono di Dio, un dono fondamentale; ma anche conseguenza della sua adesione sincera.
D. Quando vado a confessarmi sento sempre tanta paura di non sapermi accusare.
R. Molto bene difatti si tratta di manifestare la sua coscienza al confessore. Così insegna la teologia morale della Chiesa. Laccusa vera è accaduta quando lei si è accorto di aver peccato e ha detto, magari dentro di sé: Signore che ho fatto! Perdonami! O altro di simile. Quando lei va dal confessore esponga il suo stato interno (senza rompersi il capo, ma così con semplicità e fiducia) limitandosi alle colpe o mancanze commesse, perché chiedere consigli, allungare in analisi che accertino le causa da cui derivano è piuttosto ambito della direzione spirituale. Può anche farlo; ma non fa parte essenziale dei sacramento della Penitenza.
Riassumendo materia del sacramento è il peccato; ambito della direzione spirituale la sfera dei consigli da chiedere o una parola di conforto per proseguire sulle vie della santità.