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NO SEA YO, EPULÓN, SEÑOR
Que no me  ciegue la riqueza
Que mi  existencia no dependa de lo que aparentemente veo
Que no me  cierre a tu presencia
Que no viva  de espaldas a las necesidades de mis hermanos
Que guarde  la actitud del asombro que produce la fe
Que cuide mi  riqueza interior más que la exterior
Que no me  resista a vivir como quien sabe que es un peregrino
Que no  olvide de mirar al cielo todos los días
Que no  olvide de volver mis ojos a la tierra, todos los días

 

ImageNO SEA YO, EPULÓN, SEÑOR
Si estoy  frío, calienta mi espíritu
Si vivo de  espaldas a tu Palabra, vuélveme en la dirección adecuada
Si soy  insensible a tu llamada, háblame de nuevo
Si estoy  sordo, ábreme mi oído
Si escucho  demasiado al mundo, llévame al oasis del silencio
SI estoy  pendiente de los mil tesoros, hazme descubrirte como el más valioso

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NO SEA YO, EPULÓN, SEÑOR
Y cuando  llegue el día de partir,
encuéntrame  dispuesto
Y cuando  llegue el momento de morir,
 hazme vivir en Ti
Y cuando  llegue el instante de dejarlo todo,
que sienta  pena de aquello que, por falta de tiempo,
no me dio  lugar a poder ofrecer.
Amén.
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AS VIAS DO ESPIRITO

33° Domingo de Tempo Comum



33° Domingo de Tempo Comum
16 Novembro 2014
Uma Reflexão


A liturgia desse domingo do tempo comum recorda aos cristãos a grande responsabilidade  de ser, no tempo historico em que vivemos, testemunha conciênte activa e comprometida desse projeto de salvação e libertação que Deus tem para com cada um de nós.



CODICE N

THE WAYS OF THE SPIRIT

Hebrew and Christian Easter

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Hebrew and Christian Easter
Exploration of the Hebrew origins


The Hebrew Easter. The meaning of the ward "Easter" comes from the Hebrew "Paseh" meaning "Passover" it was the annual Feast that the Hebrews remembered the prodigious Passover of the Red Sea, after 530 years of slavery in the land of Egipt freed by Moses. Moses lead the people through the desert towards the land of Palestine, the promised  land with a journey that lasted 40 years with many difficulties.

 

XIX DOMENICA T.O.

 

TENETEVI PRONTI VIENE IL FIGLIO DELL’UOMO 

 

Gesù nella sua vita pubblica non si è limitato a risolvere i problemi quotidiani che la gente aveva, ma ha sempre indicato e spronato a percorrere la via della salvezza. Il percorso della vita è limitato nel tempo, a volte breve o addirittura brevissimo. Il Maestro, questa realtà sconcertante per l’essere umano ed a volte anche motivo di preoccupazione, l’affronta con tanto realismo, ma non per arrivare a conclusioni di sfiducia, ma nella prospettiva della vera vita, quella senza fine, eterna. E perché il suo linguaggio sia  comprensivo ed interamente assimilato dalla sua gente, si serve sempre della Parabola ovvero un racconto che in fatti ordinari nasconde insegnamenti di realtà superiori.

 

Dal Vangelo di Luca (12,13-14): "Gesù disse ai suoi discepoli: non temere piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cielo, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese, siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se , giungendo nel mezzo della notte  o prima dell’alba, li troverà così, beati loro…".  Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.

E’ la realtà, per noi sconcertante, della caducità della vita terrena, e del tenersi sempre pronti.

Gli antichi con molta sapienza, il saluto che si scambiavano quando due persone si incontravano, era “memento mori = ricordati che devi morire”.

Noi moderni questo monito lo consideriamo come un malaugurio e non vogliamo sentirlo, perché sconvolge tutte le nostre illusorie aspirazioni di godimento della vita.

Quanto è invece salutare la preghiera liturgica “Arda nei nostri cuori, o Padre, la stessa fede che spinse Abramo a vivere sulla terra come pellegrino, e non si spenga la nostra lampada, perché vigilanti nell’attesa della tua ora siamo introdotti da te nella patria eterna”.

Fa che ci abituiamo ad essere vigilanti, cioè responsabili e non vuoi che leggerezza, l’incostanza o l’imprevidenza compromettano la salvezza di coloro per i quali tu, o Cristo, sei morto.

 

Don Lucio Luzzi
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Preghiere

PREGHIERA PER I SOFFERENTI

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PREGHIERA PER I SOFFERENTI

O Madre, rifugio dei sofferenti,
ascolta le preghiere che ti rivolgiamo.
Rasserena e conforta
i malati e gli infermi,
i vecchi e i moribondi.