L'uomo non divida
ciò che Dio ha unito
PENSIERO DELLA DOMENICA
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Nei suoi tre anni di vita pubblica, Gesù non si è limitato, tramite i miracoli, a dimostrare la Sua divinità e a venire incontro alle esigenze temporali della sua gente.
Un giorno disse: Sono venuto a perfezionare la legge". Compito arduo, inculcare un cambiamento di mentalità per gli ebrei ancorati da secoli alle 613 prescrizioni della legislazione mosaica.
Un problema simile, per noi contemporanei, dovrebbe partire dalla necessità di possibili compromessi, di smussare gli angoli da una parte e dall'altra, di cedere su qualcosa, per arrivare a soluzioni positive.
Nella sua vita, invece, il Cristo ha sempre rifiutato il pur minimo compromesso ed è stato sempre categorico, perché le sue leggi provengono da Dio, sono Parola di Dio, immutabile perché eterna.
Nella liturgia di oggi viene presentato il brano di Marco (10.2-16) dove Gesù affronta decisamente, senza mezzi termini, l'annoso problema del divorzio.
<In quel tempo, avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, domandarono a Gesù: "E' lecito a un marito ripudiare la propria moglie?". Ma Egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?".
Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere l'atto di ripudio e di rimandarla". Gesù allora disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma.
Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicchè non sono più due, ma una sola carne.
L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto".>
In Israele, al tempo di Gesù, era presente il divorzio e la poligamia.
Il divorzio apparteneva solo all'uomo, non alla donna. La poligamia, ossia matrimonio con più coniugi, non era molto frequente in Israele, "per motivi pecuniari" dice Joachim Jeremias.
L'espressione usata dal Messia, "Non sono più due, ma una sola carne" è tipicamente semitica, per indicare l'unione delle due persone, coinvolgente non solo la sfera dei pensieri e affetti, ma anche delle esigenze bio-spichiche.
Quanto è superficiale ed opportunista il nostro atteggiamento di fronte all'evento, purtroppo quasi quotidiano, del divorzio!
C'è bisogno di un grande equilibrio. Mai giudicare, mai condannare... Però la nostra conclusione errata è: "... Allora chi lo attua è libero di farlo senza essere giudicato nemmeno da Dio!".
Sui principi il Cristo non transige.
La legge divina non può essere modificata o aggiustata.
Non avremo mai diritto di condannare gli attori del divorzio, ma dobbiamo, anche se con amarezza, ribadire che la legge di Dio è immutabile e non è lecito alla creatura umana di ignorarla né dì contraddirla, magari con una auto giustificazione, che non ha senso davanti a Dio.
Prepariamoci per ogni evenienza negativa che ci si può prospettare, prima di agire, a pregare, pregare molto, chiedendo consiglio a Lui solo che può veramente tirarci fuori dalle nostre angosce.
Don Lucio Luzzi
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"Amatevi fratelli".