... ai tempi di Gesù
Siamo al momento delle nozze; ma tralasciamo il cerimoniale del momento, per soffermarci sulle condizioni concrete, nelle quali veniva a trovarsi la giovane, una volta sposata. Va detto che le nozze si celebravano ad un anno di distanza dal fidanzamento: probabilmente dalla firma del contratto, che l'aveva portata agli sponsali, di cui abbiamo parlato.
La Vergina Maria sposa
in "Gesù di Nazareth"
L'abitazione della nuova coppia era prevista nella casa paterna dello sposo. Difatti chi è stato a Nazaret avrà notato che altro è la Casa di Nazaret, quella dell'Annunciazione, altro quella di S. Giuseppe, un poco più in alto, sotto la chiesa omonima.
Se questo è esatto, tutta la vita di Maria con Gesù, insomma quella della Sacra Famiglia, alla quale la Chiesa riporta la famiglia cristiana, si è svolta nell' abitazione del suo sposo e non nella sua, da cui era uscita il giorno delle nozze.
La Sacra Famiglia
Del resto, anche ai tempi di noi anziani accadeva ai nostri genitori, come cosa del tutto regolare, di sposarsi e restare in casa o di lui o di lei, con sala, cucina in comune e un'unica camera, riservata per loro.
Di singolare, per la giovane sposa ebrea, c'era che, trovando nella casa dello sposo molto personale, fra cui poteva trovarsi anche la concubina del suocero, o addirittura di suo marito, doveva aspettarsene di tutte. Che ci fosse anche la suocera, sempre sul chi vive nei suoi confronti, non era poi tanto strano. Ma quell' una o più concubine, quando c'erano davvero, dovevano costituire per la povera malcapitata qualcosa da umiliarla di continuo, anche se il marito le avesse fatto da scudo (ammesso che una non fosse di suo padre).
A questo proposito, un famoso rabbi, di poco posteriore a Gesù, sentenziava con evidente sicurezza: "Qual' è la differenza tra una moglie e una concubina?". Risposta: "La moglie ha un contratto di matrimonio, la concubina no".
E tutto il resto?...
Se c'era una schiava, tanto andava un po' meno peggio: la differenza fra le due donne era troppo stridente. Però il discorso era sempre a livello del tutto estraneo alla sua dignità di donna e di sposa.
I documenti ebraici dell'epoca spiegano che, insomma, le differenze tra sposa e schiava, erano due: primo, che la schiava era comperata e priva di ogni diritto, mentre la sposa era protetta dal famoso contratto di matrimonio, che abbiamo esaminato nell'articoletto precedente; secondo, che la schiava non aveva a disposizione neanche un siclo, mentre, invece, la sposa riteneva la proprietà radicale della dote apportata al matrimonio, anche se di essa disponeva solo il marito.
Anche su questo, come vedete, c'è da benedire il Salvatore non solo per la liberazione essenziale dell'umanità dalla colpa e dal demonio, ma anche perché ha infranto queste pastoie, create dalla prepotenza degli uomini sulle donne, nonché da preconcetti magico ancestrali, dei quali, in fondo, hanno pagato le spese più gli uomini che le donne...
Meno male che la nostra Madre Celeste era andata sposa ad un "uomo giusto", e, forse, non aveva trovato nemmeno suocera e cognate (ma chi può affermarlo con documenti alla mano?). Di sicuro, non trovò concubine o ambiente corrotto... Per questo i due poterono stabilire uno stile di vita che, anche per l'intervento celeste, avvenuto poco prima delle nozze, cambiò radicalmente la loro vita di famiglia.
Padre Bernardino Bordo, passionista