A MARIA, DONNA BELLISSIMA
Restituiscici ad ansie
di incontaminate trasparenze
Egli l'ha disseminata qua e là sulla terra, perché, lungo la strada, ten¬ga deste, nel nostro cuore di viandanti, le nostalgie insop¬primibili del cielo.
La fa risplendere nella maestà delle vette innevate, nel¬l'assorto silenzio dei boschi, nella forza furente del mare, nel brivido profumato dell'erba, nella pace della sera.
Ed è un dono che ci inebria di felicità perché, sia pure per un at¬timo appena, ci concede di mettere lo sguardo nelle feritoie fugaci che danno sull'eterno.
Ed è un dono che ci dispera perché, co¬me ha detto qualcuno, questa ricchezza si gioca e si perde al tavolo verde del tempo.
Santa Maria, donna bellissima, splendida come un pleni¬lunio di primavera, riconciliaci con la bellezza. Tu lo sai che dura poco nelle nostre mani rapaci.
Sfiorisce subito sot¬to i nostri ingordi contatti.
E lo scavo struggente che ci produce nel¬l'anima, invece che avvertirlo come anfora di felicità che ci fa cantare di gioia, lo avvertiamo come ferita inguaribile che ci fa gridare di dolore.
Aiutaci, ti preghiamo, a superare le ambiguità della car¬ne. Liberaci dal nostro spirito rozzo. Donaci un cuore puro come il tuo. Restituiscici ad ansie di incontaminate traspa¬renze. E toglici la tristezza di dover distogliere gli occhi dalle cose belle della vita, per timore che il fascino dell'ef-fimero ci faccia depistare i passi dai sentieri che portano al¬le soglie dell'eterno.
Oggi, pur¬troppo, nella deriva dei valori, stanno affondando anche le antiche boe che un tempo offrivano ancoraggi stabili alle imbarcazioni in pericolo.
Viviamo stagioni crepuscolari.
E per questo, Santa Vergine Maria, che vogliamo sentire il fascino, sempre benefico, anche del tuo umano splendore, così come sentiamo la lusinga, talvolta ingannatrice, delle creature terrene.
Perché la contemplazione della tua santità sovrumana ci aiuta già tanto a preservarci dalla palude.
Ma sapere che tu sei bellissima nel corpo, oltre che nell'anima, è per tutti noi motivo di incredibile speranza.
E ci fa intuire che ogni bellezza della terra è appena un ruvido seme desti¬nato a fiorire nelle serre di lassù.