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Non nasce da seme di creatura, ma per arcano soffio dello spirito

Volgiti a noi, Tu che guidi Israele, Tu che t’assidi sopra i cherubini, mostrati ai cospetto di Efraim, desta la tua onnipotenza e vieni a noi.
O redentore dei popoli, vieni, della Vergine rivelaci il parto; ogni età della storia stupisca: a Dio solo s’addice un tal parto.
Non nasce da seme di creatura, ma per arcano soffio dello Spirito il Verbo di Dio si fece carne e germogliò come frutto d’un grembo.
S’inturgida della Vergine il grembo, inviolato il chiostro del pudore: delle virtù rifulgono le gemme, in lei come in tempio Dio dimora.
Esca dal suo talamo nuziale, aula regale del santo pudore, il gigante di duplice natura, sollecito compia il suo cammino.

 

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A noi mortali discende dal Padre, ritornare al sommo Padre s’appresta, al regno dei morti scende benigno, alfine ascende alla sede del Padre.

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Consostanziale e coeterno al Padre, rivesti la povertà della carne, la nostra debolezza di mortali con vigore perpetuo ritempra.

Ormai s’illumina il tuo presepe e la notte irradia il suo fulgore: ormai nessuna tenebra l’offuschi, ma di fede indefettibile splenda.


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