Problemi di fede pratica
MIO FIGLIO NON VIENE PI U' A MESSA
Non è un' angoscia solo per te, cara madre della F DIC: quasi tutte le tue colleghe vivono lo stesso tuo cruccio: lTe lo sei mai chiesto? Da che cosa dipende?
La risposta è delle più complesse, perché chiama in causa tutta la situazione della civiltà cristiana odierna e il travaglio della Chiesa, nel portare avanti il mandato di Cristo. Per dire qualcosa di veramente utile, fermiamoci, questa volta, ad una sola risposta (necesarìamente parziale), già apparsa sotto altra angolazione: Tuo fglio non viene più, semplicemente perché, fìno ad una certa età, se ne è inteso forzato. e per amor del cielo, non dare al termine forzato un senso stretto. Perché un ragazzo di oggi si senta forzato, basta che tu insista due volte di fila su di un punto solo.

Magari non pensa che tutto ciò di cui vive, a cominciare da
quello che è, non deriva affatto da una sua libera scelta. Ma tant' è: imbottito di queste adorabili
mistificazioni, ha finito di farle orgogliosamente sue.
A questo punto, che fare? Se lo chiedi ad un giovane prete d'avanguardia, ti dirà: Ebbene, se non vuol venire a messa, lascialo stare. Cosi da un eccesso si passa all'altro.
Perché non puntare su di un metodo discreto, che potrebbe ridursi a ricordare un dovere cristiano, ad incoraggiare a vincere pigrizia o malavoglia, ad insegnare che un impegno non si può affrontarlo, aspettando di sentirne piacere?. ..Cristo non sentiva, di certo, alcun piacere nell'andare a morire in croce per noi...
Per tirarla in porto: a 16/18 anni non si può più obbligare un figlio, una figlia, a fare il proprio dovere con Dio e con la comunità cristiana. A questo punto, in forza di una formazione adeguata alla vita cristiana, iniziata da te e tuo marito, completata dalle iniziative parrocchiali, un ragazzo dovrebbe essere in grado di regolarsi come fa con le scuole superiori, con l'università che frequenta: tu può aiutarlo a svegliarsi per tempo, a ricordargli che nella borsa manca qualcosa. Non più costringerlo ad andare a scuola.
Non ce n'è più alcun bisogno, perché è convinto da tempo che si tratta di esigenze esistenziali; e lui, queste esigenze ormai le sente, se non proprio come quelle fisiologiche, o emotive, almeno in misura sufficiente per auto determinarsi, senza bisogno di tanti rimproveri..
Siamo a questo punto, con il tuo ragazzo, con la tua figlia studentessa, in fatto di esigenze personali di fede? Indubbiamente, le esigenze spirituali sono di taglio ben più raffinato di quelle biologiche, professionali, sociali. Non si percepiscono che con lo spirito. Ma se questo è sommerso nel concreto, nella mondanità? Il vero problema è proprio qui.