Li ho visti nei vari turni di mensa dentro il Centro Giovanile Gesù Adolescente come consumano il pasto: lo trangugiano, lo gustano come una festa alla domenica, dopo la S. Messa il Mestre Armando dà un panino con la mortadella e una bibita; tutti in fila come leoni, piccoli, giovani, genitori per questo pasto festivo.
Quante volte abbiamo bisogno di una parola di incoraggiamento e di consolazione, quando sembra che tutto vada storto. Benedetta insegna ad amare il Signore ed il prossimo, anche nelle condizioni più estreme.
Una lettera inviata ad una sua ex insegnante, ormai paralizzata, ci mostra una gioia profonda che, lei gravemente ammalata, cerca di trasmettere ad una compagna di sventura:
Io sono serena lo stesso, perché è Dio che mi ha voluto così che ci ha voluto così. Non temiamo, Signorina. Siamo cadute nelle Sue mani...
Questa curiosa domanda è venuta di moda da qualche decennio. Un credente di altri tempi si sarebbe scandalizzato, al semplice sentirsela in mente. Oggi si vuole essere razionali, o più chiaramente, ragionevoli, e mi sta bene. Ma quando si parla di Fede Cristiana, bisogna ricordare sempre che le verità rivelate non sono il prodotto della nostra mente, bensì della rivelazione di Dio, in persona di Gesù Cristo. Se si dimentica questo, tutto può apparire incredibile.
Domandavano a Gesù: "Sei tu colui che deve venire?"
PENSIERO DELLA DOMENICA + CANTO E PENSIERO IN VIDEO
Il lento scandire del calendario liturgico è simile alla meridiana nella torre campanaria di una cittadina toscana con la scritta in mosaico, Sicut concitati equi fugit irreparabile tempus ovvero che "Il tempo corre veloce come i cavalli da corsa". Ci sembrava anacronistico già pensare al Natale ed invece lAvvento, periodo antecedente alla grande festa per noi cristiani, si sta esaurendo. Siamo alla terza Domenica di Avvento, ormai a pochi giorni dal traguardo liturgico della nascita di Cristo. La Liturgia anche in questa domenica ci propone un brano di Isaia, il profeta che occupa il primo posto nel Canone, per limportanza dei suoi vaticini, lampiezza della sua opera e la sublimità dello stile.
Nella notte del 19 novembre 2008, dopo un faticoso viaggio, sono "sbarcato" nel nord-est del Brasile, nella regione del Sergipe, il continente sudamericano con aerei ad alto sviluppo e con altre di immense povertà. Sono ospite del Vescovo della Diocesi di Proprià, una diocesi di 400.000 abitanti e con soli ventiquattro preti. La popolazione è in maggioranza cattolica, ma crescono sempre più numerose e svariate le sette religiose. Ho cercato di vivere al meglio la mia missione di fare concerti (in italiano!) e ho trovato grande attenzione ed entusiasmo in questa Chiesa semplice, umile e giova¬ne. L'immensità del Brasile permette di offrire solo qualche frammento della vita lì. Sono tornato sentendomi piccolo, ma con dentro il calore, non soltanto del sole estivo, ma dell'amore della gente, dei bambini e dei giovani.
Sulla mia salute e
quanto mi è accaduto, posso attestarle quanto segue:
Il 12 agosto 1998 ho subìto il primo intervento per un
cistoma ovarico, e tutto si è rimesso a posto. Ma lentamente: fino ad agosto del 1999. A questo
punto si era reso necessario un nuovo intervento, che è stato rimandato al 19
settembre, perché era richiesta una gastroscopia, per fastidi che avvertivo al
fianco sinistro. Alla gastroscopia è risultata una grossa ulcera, in un brutto
punto dello stomaco. Per cui, il primario del reparto chirurgia di Carbonia mi
ha parlato di un grosso intervento. Così mi hanno asportato tutto lo stomaco,
insomma l 'apparato digerente.
. LAFFRESCO DI RAFFAELLO NELLA CHIESA DI SANTAGOSTINO A CAMPO MARZIO ROMA
Questo dipinto fu commissionato a Raffaello dal protonotato apostolico
lussemburghese Johan Goritz italianizzato in Giovanni Goricio il
quale, anche se in giovane età, era già famoso per il ciclo di pitture
nella Stanza della Signatura in Vaticano. LAffresco del Profeta Isaia fu eseguito da Raffaello tra il 1511 ed il 1512. Nello
stesso periodo Michelangelo aveva terminato gli Affreschi della
Cappella Sistina e Raffaello allora molto giovane, studiò questi
affreschi e ne rimase molto colpito infatti nella immagine,
nellatteggiamento e nella potenza vigorosa che traspare dal dipin to ,
si ravvede il tocco vibrante e il colore vivace e denso di
Michelangelo.
LAffresco
subì le ingiurie del tempo , basti ricordare il gesto dissennato che
compì un sagrestano il quale, lo lavò oltraggiandolo con sbiaditure
tanto che uno studioso darte, il Celio, nel 1638, ne ricordò
lepisodio nel suo scritto Pitture . in Roma , 1638 , sottolineando
la necessità di un restauro che fu eseguito da Daniele Ricciarelli,
nato a Volterra nel 1509 e per questo nominato Daniele da Volterra,
morto a Roma il 1566, allievo di Michelangelo; egli in seguito fu
ricordato con il nome di Braghettone per avere dipinto sui
nudi della Sistina delle braghe .Nel 1960 fu effettuato un
restauro che asportò le ridipinture ad olio e le rielaborazioni a
tempera ed acquerello che furono eseguite in varie epoche.
L0pera
si trova nel terzo pilastro della navata maggiore; il Profeta Isaia è
raffigurato in trono fra due putti che reggono una targa sulla sua
testa. Un festone, sul quale si legge la dedica in greco: A SantAnna, madre della Vergine, alla Santa Vergine, Madre di Dio, a Gesù Salvatore, Giovanni Goritius . Il
Profeta regge una pergamena che stende fra le mani nella quale si
legge in caratteri ebraici, un passo del libro di Isaia che enuncia : Aprite le porte onde il popolo che crede entri .. ( XXV, 2 ). Guardando
lopera si nota lo sguardo malinconico dolce e colmo di un richiamo
carico di fede che invita coloro che lo osservano ad entrare e credere
nella luce del Signore.
La torsione della figura ricorda il
movimento avvolgente che si legge nelle immagini di Michelangelo e
nella simmetria della sua rappresentazione si nota il busto esuberante
sotto il manto ondulato dal quale esplode la muscolatura possente
evidenziata della accurata descrizione pittorica dei muscoli del
braccio e del ginocchio quasi a voler trattenere una forza interiore
pronta a dilagare. I panneggi morbidamente adagiati sulla figura e
cadenti lungo il basamento sembrano avvolgere il Profeta in una
spaziosità voluminosa e morbida resa non solo dai colori solari e
corposi ma dal contrasto che accentua il vigore e la monumentalità
dellaffresco. Il velo sfuma dallindaco al rosa, al giallo quasi a
volersi fondere con locra del drappeggio appoggiato sulla base
marmorea così da mettere in risalto ogni particolare della grandezza e
della sacralità del suo messaggio.
Davanti a questo affresco doveva
essere collocato un gruppo scultoreo rappresentante Sant Anna, la
Vergine e il Bambino di Jacopo Tatti detto il Sansovino, nato a
Firenze nel 1486 e morto a Venezia nel 1570; si ricorda che SantAnna
era la protettrice del committente. Attualmente il gruppo è stato posto sotto laffresco.
Padre Vincenzo Bordo dalla Corea ci offre le sue riflessioni, i suoi dubbi, le sue ansie e le sue certezze sulla sua vita missionaria al servizio dei poveri. Ho visto il diavolo. Ho lottato con satana. Per un momento, quando lho guardato in faccia, ho avuto paura ma era diverso da come me lo aspettavo non aveva nè le corna e neanche la coda biforcuta ma era viscidamente accattivante e tremendamente seducente.
"Donna: questo é tuo figlio" ( Gv- 19.26) Una riflessione
Quanto soffrí la Vergine Maria nella sua vita ! Maria ebbe tanti dolori che contempliamo per causa del suo Figlio Gesú: il dolore della solitudine e dell'abbandono quando non fu compresa da Giuseppe, il dolore quando procurava con Giuseppe un posto dove Gesú doveva nascere e non lo trovava, il dolore di quando il Bambino Gesú fu apresentato al tempio e Simeone gli disse:" una spada di dolore ti traspasserá l'anima", il dolore di Maria quando il bimbo Gesú, che aveva dodici anni, si perse nel tempio fra quella moltitudine di persone e Lei lo cercava da tutte le parti e non Lo incontrava: il dolore di una madre che vede il suo figlio giudicato e condannato a morte ingiustamente, il dolore di vedere il suo figlio soffrendo sulla croce per una causa umanamente ingiusta.
La Parola di Dio del Vecchio Testamento, ci riporta alla Liturgia antichissima con preghiere e devozione al Preziosissimo Sangue, fin dalle origini del cristianesimo. La vita spirituale trova uninsostituibile alimento nel Sangue di Cristo, vero fulcro del cuore, della vita e della missione della Chiesa.
In effetti, la prima domanda che uno si pone, davanti ad un'antica icona bizantina della Dormizione, quando vede uscire dal corpo disteso sul letto, la figura di Lei in direzione obliqua verso il cielo, è questa. Si tratta della sua anima che esce a quel modo, o è tutta lei, anima e corpo, che il monaco del monte Athos vuole rappresentare con moduli così poco convincenti?
Domingo XXVI del tiempo ordinario. Evangelio Mateo 21,28-32 «En aquel tiempo dijo Jesús a los sumos sacerdotes y a los ancianos del pueblo: « ¿Qué os parece? Un hombre tenía dos hijos. Se acer¬có al primero y le dijo:" Hijo, ve hoya trabajar en la viña Él le contestó: No quiero. Pero después recapacitó y fue. Se acercó al segundo y le dijo lo mismo. Él le contestó: Voy, señor. Pero no fue ¿Quién de los dos hizo lo que quería el padre?»Contestaron: -«El primero» Jesús les dijo: -«Os aseguro que los publicanos y las prostitutas os llevan la delantera en el camino del reino de Dios: Por¬que vino Juan a vosotros enseñándoos el camino de la justicia, y no, le creísteis; en cambió, los publicanos y prostitutas le creyeron. Y, aun después de ver esto, voso¬tros no recapacitasteis ni le creísteis.» Dios, que es amor, siempre nos llama. No nos ha creado para la nada. Oír los llamamientos de Dios siempre es una gracia. La oración nos ayuda a ello.