Maestro, non ti importa
che siamo tutti perduti?
PENSIERO DELLA DOMENICA
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Chiuso definitivamente il ciclo pasquale, la Liturgia riprende il lungo cammino del tempo ordinario, che si protrarrà fino al 3 dicembre.
Il colore liturgico che contraddistingue questo periodo, sarà il verde.
In questa dodicesima domenica ancora una volta si evidenzia la logica umana degli apostoli, che arrivano a conclusioni disperate, e l'atteggiamento di Gesù, apparentemente disinteressato, indifferente.
Senti quanto è bella questa pagina evangelica.
Gesù, stanco, si era lasciato sorprendere dal sonno, sopra la barca, mentre i discepoli remavano per toccare la riva presso Cesarea quand'ecco il cielo e l'acqua annerire, scatenarsi il vento, con tuoni e lampi, mentre negli occhi degli apostoli, esperti uomini di mare, appariva la disperazione.
E Gesù dormiva: "Signore - gridarono i discepoli, scuotendo dal sonno il Maestro - salvaci che anneghiamo".
"Uomini di poca fede - rispose - sapete bene chi sono e perché avete paura?".
Si alzò in piedi, sublime in mezzo alla bufera, e gridò al vento "Taci" ed il vento tacque subito. Poi gridò all'acqua "Acquietati" e l'acqua si acquietò.
Quanto è assurdo il comportamento dell'uomo di oggi (che siamo noi). Continua , ostinatamente, a pensare che può fare a meno di Dio, attratto dalla chimera irraggiungibile della felicità umana, del piacere, del godimento della vita . Il suo idolo diventa il mondo con le sue ingannevoli attrattive.
Giovanni nella prima lettera (5,19) dice che "Il mondo è tutto in malignità".
Gesù ha pregato per tutti, per gli amici e per i nemici, per i suoi crocefissori; solo per uno ha negato la sua preghiera: per il mondo (Gv 17,9).
Povero uomo moderno; perché ti ostini ad avere fiducia in chi aggraverà e moltiplicherà i tuoi problemi? Nei rarissimi momenti della nostra vita in cui non ci sono dolori, la nostra anima subito si attacca ai beni del mondo, come se fosse stata creata solo per essi.
L'anima non prega più e quasi si persuade di non avere più bisogno di Dio. Ma poi, e l'esperienza di ognuno di noi ce lo insegna, arriva la tempesta con onde che ci travolgono: affari imbrogliati, ristrettezze economiche, calunnie, disonore, odio, malattia, morte...
Non invidiare quelli che, in apparenza , stanno meglio di te, non imprecare alla giustizia di Dio.
Ricordati che la tua zattera di salvezza dal naufragio, deve essere composta di pazienza, rassegnazione , accettazione. Leva anche tu le tue braccia al cielo; implora come gli apostoli : "Maestro, non t'importa che io sto morendo sotto il peso insopportabile di guai continui che la vita mi riserva ?".
Ci risponderà, ad ognuno di noi, come disse agli apostoli: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?".
E la mano di Dio non mancherà di salvarci.
Don Lucio Luzzi
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LA PRESENZA DI DIO