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XXIV domenica del
Tempo Ordinario


Anno A

"Signore, quante volte
dovrò perdonare al
mio fratello?"


PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO
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Un giorno Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: “Signore quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “...non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette”. Continua Gesù ad andare contro corrente. La parola perdono è inconcepibile e in contrasto con la legge mosaica del Taglione (occhio per occhio, dente per dente). Pietro propone al Cristo la sua intenzione di poter perdonare addirittura per sette volte. E Gesù con provocazione gli dice: “...devi avere il  coraggio di perdonare settanta volte sette...”. Era un calcolo impossibile da fare a quei tempi, dove analiticamente si conteggiava numero per numero. Gesù ha usato una espressione aramaica per dire “Devi perdonare all’infinito!”.
 
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L’uomo moderno se deve fare quel conto matematico, lo elabora con la calcolatrice in cinque secondi; ma accettare la legge del perdono gli sembra sintomo di debolezza; e Gesù non aggiusta la sua proposta, ma ribadisce: “...la misura del perdono è perdonare senza misura, sempre”.

Ti sei mai domandato il perché di questa legge del perdono che il Cristo ci obbliga a mettere in pratica?

Perché con la forza del perdono scompare dal nostro animo il rancore, il risentimento, l’esigenza di vendicarsi e si trova la serenità interiore.

Provaci nella tua vita quotidiana; non ti sentirai umiliato, un debole che cede anche se ha ragione; ti toglierai un peso e comincerai a provare una grande felicità che la esprimerai con l’atteggiamento sorridente del tuo viso.

Gesù disse: ”... Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo...”.

Poveri apostoli, sono rimasti muti, non hanno avuto il coraggio nemmeno di esporre il loro disagio a questo categorico comando!

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Ma Gesù non è un despota che ordina soltanto.

Starà vicino a loro, li aiuterà, ma quello per Lui determinante è che cambino radicalmente mentalità.


E la stessa cosa dice e fa con ciascuno di noi.

Non vuole promesse, timidi propositi, che portano la nostra condizione ad essere peggiore di prima.

Ci sembra un imposizione durissima, perché anche per noi il perdono lo consideriamo sinonimo di debolezza, di sconfitta.

Rifletti un momento alla nostra situazione familiare, così frequente: dissidi tra fratelli e sorelle, accuse ai genitori che non sono equanimi nelle divisioni, la insofferenza verso la suocera, la nuora, il genero… con le conseguenze drastiche che codifichiamo con le nostre espressioni “...basta, non voglio saperne più niente... non la voglio vedere più davanti… quella è la cattiveria in persona… è perfida!". E conclusioni, purtroppo, di auguri malefici...

E questa sarebbe la nostra vita cristiana!!!

Signore mio, anche per me questo discorso è molto duro... Ma so benissimo che se mi comandi di seguire questa strada, è per il mio bene, per far tornare dentro di me quella pace e quella serenità a Te a tanto cara.

Aiutami ad abolire il condizionale “Vorrei...”
Dammi la forza di poter dire “Voglio".

Don Lucio Luzzi
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Video correlato 1
"Amate i vostri nemici"
a cura di Don Lucio Luzzi
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Video correlato 2
"Lodi all'Altissimo"
a cura di Mons. Marco Frisina
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Vie dello Spirito
Portale Cattolico Italiano
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AS VIAS DO ESPIRITO

Dar à Cesar o que é de Cesar e à Deus o que é de Deus.

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XXIX Domingo do Tempo Comum
Vangelo - 20 Outubro 2.013
Uma reflexão


Dar à Cesar o que é de Cesar
 e à Deus o que é de Deus.

No tempo de Jesus a Palestina estava sob o domínio do Imperio Romano e na moeda que circulava estava a imagem do Imperador. Isto era intolerável para os judeus de consciência reta e era muito revoltante pagar os impostos ao Imperador, como ele fosse o Senhor do povo. Essa realidade juridica ensejou aos inimigo de Jesus armar-lhe uma cilada bem maliciosa. Organizaram um grupo composto de fariseus e herodianos e foram perguntar a Jesus se era licito ou não pagar tributo a Cesar. Se Jesus respondesse que era lícito estaria se colocando ao lado dos publicanos que eram os que recolhiam os tributos, muito odiados pelo povo, mais ainda, contrariando o sentido teocrático nacional de Israel, sem falar que estaria se colocando contra sua propria declaração de que Ele era o Messias. 

THE WAYS OF THE SPIRIT

Hail Mary

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Hail Mary

Hail Mary full of grace
The Lord is with thee;
Blessed art thou among women
And blessed is the fruit
Of thy womb Jesus


 

LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

Como un siervo lavas los pies a tus siervos…

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Como un siervo lavas los pies a tus siervos…

"Mi Señor se quita el manto, se ciñe una toalla, echa agua en la jofaina y lava los pies a sus discípulos: también quiere lavarnos los pies a nosotros. Y no sólo a Pedro, sino a cada uno de los fieles nos dice: "Si no te lavo los pies, no podrás contarte entre los míos". Ven, Señor Jesús, deja el manto que te has puesto por mí. Despójate, para revestirte de tu misericordia. Cíñete una toalla, para que nos ciñas con tu don: la inmortalidad. Echa agua en la jofaina y lávanos no sólo los pies, sino también la cabeza; no sólo los pies de nuestro cuerpo, sino también los del alma. Quiero despojarme de toda suciedad propia de nuestra fragilidad.

WEGE DES GEISTES

Nessuno riconosce il Risorto

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Eppure la Maddalena
lo conosceva bene

La prima cosa che va detta, è che il corpo di Cristo Risorto è identico a quello nato da Maria e morto sulla Croce: è un punto irrinunciabile della fede cristiana. In altre parole, quel Corpo, dopo la sua Risurrezione, risulta sempre dotato di tutte le qualità fisiche e fisiologiche che lo avevano caratterizzato durante la sua vita pre - pasquale. Intanto, però, durante quei quaranta giorni che intercorsero fra risurrezione e ascensione, nessuno di coloro che avevano vissuto con Lui, per sette - otto anni, viaggiando, parlando, mangiando con Lui, riusciva più a riconoscerlo, se non quando lo permetteva Lui. Osservate bene come sono andate le cose!

Preghiere

La preghiera, mio Signore, è Tua,

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La preghiera, mio Signore, è Tua,

perché tua è la voce delle genti
quando si rinnovano nell’ultima vita,
a te donano l’ultimo fiato e gli occhi.
Nulla di quanto è scritto vale quanto detto
ricordato con amore e tramandato
nel sudore della terra dalle voci basse,
preghiera dell’alba, del vespro, della notte.