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           Un pensiero sul Vangelo
            La fame dell'oro


Nella legge ebraica stava prescritto che quando in una famiglia ci fossero due figli al piú vecchio rispettava due terzi dell'ereditá e al piú piccolo un terzo.
Gesú si collocava come un rabino di grande sapienza e um uomo gli domandó di risolvere il suo caso della hereditá, che non sappiamo di cosa si tratasse. Maestro, gli disse l'uomo: " ordina al mio fratello di dividere com me l'ereditá."  La risposta di Gesú fu piena di sapienza dicendo: " amico, chi mi ha costituito giudice o spartitore fra di voi ? ( Lc 12.13)




Non é per questo che il Signore é venuto al mondo: non é venuto per risolvere problemi di hereditá e di negozi, neppure di questioni famigliari.
É chiaro che il suo Vangelo é la fonte di tutta la sapienzia e chi lo vive risolve i suoi problemi materiali alla luce della sapienzia transcedentale, illuminata per la giustizia e la caritá.


Disse il Signore alle persone che gli stavano vicino: " state attenti all'avareza perché la vera vita non sta nell'abbondanza di richezze.Gesú racconta la parabola di un uomo richissimo le cui terre avevano dato abbondanti frutti che non sapeva dove collocarli, distrusse i piccoli barracconi e ne construí altri molto piú spaziosi e giá prevedeva la sua felicitá sognando cosí: " ora possiedo tantissimo e per molti anni posso mangiare, bevere, regalare e stare tranquillo."  Ma nel silenzio della notte ascoltó una voce che gli disse: insensato, in questa stessa notte la tua vita ti sará tirata e tutto quello che hai risparmiato a chi andrá ?  Successe a lui quello che l'ecclesiastico lamenta come una vanitá del mondo: impegnarsi per conseguire il meglio risultato possibile e gli altri rimangono coi frutti.



Questo pensamento ci eleva piú in alto: cosí succede a chi aumenta tesori per se e non é ricco in relazione a Dio. I beni della terra devono levare a Dio, solo cosí avranno senso in possederli, é quando sono applicati per fare del bene nella societá, soccorendo i poveri nelle loro necessitá, promovendo il progresso, il crescimento dell'uomo nella sua relazione personale, nella scienza, nell'arte, nella cultura: se cosí non é i beni terreni rimangono esterili, senza alcun valore davanti a Dio.


Si starebbe, allora, davanti la famosa "auri sacra fames" (la benedetta fame dell'oro " giá indicata dagli antichi prima che il Vangelo venisse a recriminala com parole piú autorizate.
I soldi non possono tornarsi un dio nella vita dell'uomo, um dio per il quale tutto si sacrifica come la salute, la dignitá, la giustizia e se cosí fosse staremmo per construir um mondo sbagliato come entra la divisione dell'ereditá, dove il lavoratore é esplorato, dove la violenza arma il braccia contro il prossimo, dove cresce il desequilibrio sociale, uno estigma di ingiustizia nella societá in che viviamo.


É facile comprendere come il Vangelo sia pieno di lezioni sul distaccamento dei beni materiali, a cominciare dalla povertá del presepio al nudo del Nostro Signore sulla croce, come il triste episodio del giovane che recusó la chiamata del Signore perché possedeva tanti beni.
Solo il Vangelo puó curare il mondo moderno dall'idolatria al denaro e per questo é necessario che l'uomo si torni soberano e libero per poter adorare Dio e il prossimo, come hanno fatto tanti santi, specialmente S. Francesco di Assisi .....
DOTT ALBERTO ROSSINI (BRASIL)

AS VIAS DO ESPIRITO

O ESCOPO DO SEU EVANGELHO - EVANGELISTA MARCOS

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O ESCOPO DO SEU EVANGELHO
- EVANGELISTA MARCOS


Uma palavra  devemos utiliza-la a respeito da lingua do primeiro evangelista no contexto de seu trabalho. Alguns estudiosos observaram  a presença de um numero consideravel  de palavras de origem  latina, apenas reveladas através transcrições grecas.
Vamos imaginar " Leghio"  que é uma palavra latina  Legio ( legião )  Kenturion , Centurio ( centurão)  Fraghelllon  ( flegellum )  Mas a coisa não é assim convincente. Marcos cita também as de origem aramaica, como Talitha  ( jovem ) Korban ( deposito de dinheiro sagrado )  e sobretudo Abba  ( Pai )  quando se trata de palavras de Jesus nas lembranças dos primeiros cristãos. 

THE WAYS OF THE SPIRIT

Imitaçaõ,.....3,42 COMO NÃO SE DEVE FUNDAR A PAZ NOS HOMENS


Imitaçaõ,.....3,42

 
COMO NÃO SE DEVE FUNDAR A PAZ NOS HOMENS

 
 
Filho, se fazes consistir a paz e alguma pessoa, por ser de teu parecer e conviver contigo, achar-te-ás perpléxo e embaraçado.
Se, porém, recorres à verdade sempre viva e permanente, não te contristarás a ausência ou a morte de um amigo.
Em mim se deve fundar o amor: por mim se deve amar todo aquele que, nesta vida, te parecer bom e amável.
Sem mim não vale e nem durará a amizade: nem é verdadeiro e puro o afeto de que eu não sou o vínculo.


LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

Oración por la santificación de los Sacerdotes

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Oración por la santificación de los Sacerdotes   
                               de Santa Teresa del Niño Jesús


OH Jesús que has instituido el sacerdocio para continuar en la tierra
la obra divina de salvar a las almas protege a tus sacerdotes (especialmente a: ...)
en el refugio de tu SAGRADO CORAZÓN.
Guarda sin mancha sus MANOS CONSAGRADAS,
que a diario tocan tu SAGRADO CUERPO,
y conserva puros sus labios teñidos con tu PRECIOSA SANGRE.



WEGE DES GEISTES

QUARTO DOMINGO DE PASCOA

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QUARTO DOMINGO DE PASCOA
26 ABRIL 2015
UMA REFLEXÃO


O  Quarto Domingo de Pascoa é considerado o " Domingo do Bom Pastor "pois todos os anos a liturgia propõe,  nesta data,  um trecho do capítulo 10 do Evangelho segundo João no qual Jesus é apresentado como o Bom  Pastor. É portanto esse o tema central que a Palavra de Deus põe hoje à nossa reflexãoi .
O Evangelho apresenta Jesus como o " pastor modelo" que ama de forma gratuida e disenteressada as suas ovelhas até ser capaz de dar a vida por elas. As ovelhas sabem que podem confiar Nele de forma incondicional, pois Ele não busca o seu próprio bem mas o bem de seu rebanho. O que é decisivo para pertencer ao rebanho de Jesus é a disponibilidade para escutar as propostas que Ele faz e segui-Lo no caminho do amor e da entrega.
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Preghiere

Preghiera del Papa

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PREGHIERA DEL PAPA

Signore, sono il Papa.

Mi presento a Te, non come mi vedono gli uomini: il Dio in terra; la più alta autorità morale; l'uomo ascoltato ed acclamato da milioni di persone; il sicuro; l'infallibile; il dolce Cristo in terra! Mi presento per quello che sono: un povero uomo che dal momento della sua elezione ha cessato di essere se stesso per divenire Istituzione, Simbolo, tutto per gli altri e niente per se. lo devo misurare le parole perché il mio uditorio è l'umanità; non posso piangere in pubblico per­ché devo predicare la speranza; abito in una casa dorata: la mia prigione a vita.

In più la storia ha confuso il servo con il Padrone; il segretario col Direttore; il timoniere col Capitano. Gesù non ha dato le dimissioni da Capo della Chiesa, ma molti lo credono! Credono che io sia Lui, così mi chiedono miracoli, mentre io posso dire solo: "Coraggio... abbiate fede... !".

Ed io devo andare con i piedi di piombo per non avallare questo errore! Pochi si rendono conto che io cammino al buio come Abramo e che quando parlo ai potenti, sono nudo come Mosè davanti al Faraone. Se il 13 maggio non mi aves­sero sparato, molti ancora mi crederebbero invulnerabile. Quanti mi credono una Rocca mentre io mi sento in bilico su di una barca che fa acqua da tutte le parti e che talvolta è appestata dagli odori malsani che salgono dagli stagni della Chiesa! So che nella Tua Chiesa ci sono montagne di fedeltà e prati immensi di fiori e di aria pura, ma da me arrivano solo gli echi della Tua presenza santificatrice  e talvolta sono anche... filtrati!

Un giorno Gesù rimproverò Pietro perché respingeva i piccoli per far posto ai grandi, ma ora, dimmi, Signore, come debbo fare io che ho milioni di piccoli da difendere e da accarezzare, impastoiato come sono dagli impegni di Stato, dal Cerimoniale e dalla Diplomazia ?

Signore, io sono il Papa, ma il mio autista sta meglio di me. Fa che la gente comprenda che io sono il Tuo autista, così potrò dedicarmi di più ai Tuoi piccoli ed a me stesso. Signore, se anche per Te io sono il Papa, allora... ascoltami !

Se invece, anche per Te, sono solo un povero uomo, allora Ti prego... non lasciarmi solo al timone della barca. Come Pietro potrei addormentarmi..., fug­gire            tradirti..., ed allora che ne sarebbe di quelli che stanno su di essa o che ad essa sono aggrappati ? Come Gesù nel Getzemani, quante volte, solitario, sudo sangue immerso nell'angoscia per la responsabilità delle decisioni che sono costretto a prendere! Quanta tristezza per l'incomprensione dei miei più vicini collaboratori! Quanta paura di coloro che spiano la mia prima caduta per giudicarmi! Signore, se è vero che Tu sei sempre vicino ai poveri, ai soli ed agli angosciati... allora ti prego... stammi vicino !

Chi è più povero di me ?

Amen !