Disse Gesù: "Venite a mangiare"
Per convincere gli increduli Discepoli, il Risorto disse: Avete qui qualcosa da mangiare? Ed essi gli offrirono una porzione di pesce arrostito e un favo di miele.
Dovevano essere i residui di una cenetta che, dunque, non si erano negata con tutta quell angoscia in corpo.
Proveniva forse, quel pesce, dalla casa del pescatore Giovanni di Zebedeo, lì nella capitale?
E quel miele?
Sicuramente comprato. Con i soldi di chi, se Giuda si era portato via tutto il loro fondo cassa?
Visto che coloro restavano lì impalati e muti Disse loro Gesù: venite a mangiare.
I discepoli non osarono dire no; in fondo, avevano pure fame, dopo una nottata di fatiche, là per lo specchio dacqua, tanto avaro
Si sistemarono a terra, alla meglio, immaginandosi che fosse una specie di triclinio; felici, ma di una felicità ancora piena di stupore.
Sicuramente cè stata la solita preghiera, con la frazione del pane, che in Gesù prendeva sempre una tonalità tutta sua.
Mangiavano e di certo, mangiava pure il Risorto.
Però continuavano a tacere, aspettando, chissà perché, liniziativa del Maestro.
Forse andavano rimuginando, nella loro testa, un bel po frastornata, dopo la tragedia del Golgotha, per quali motivi si fosse presentato a loro in quel modo, quasi gli interessasse di non farsi riconoscere, come un tempo, cioè prima del ciclone della Croce
Non dovevano essersi accorti, lì per lì, che il Risorto, tutto sommato, non era stato individuato da nessuno al primo approccio: né dalla Maddalena, né dai due di Emmaus, né dal greuppo al completo la sera della Risurrezione.
Solo quando aveva voluto Lui, lo avevano riconosciuto: magari al suono di una parola, ad un gesto di benedizione, insomma, nella maniera che aveva preferita Lui; solo Lui.
Evidentemente, la morte e risurrezione avevano conferito alla persona di Gesù qualcosa mai apparso nella sua vita pre pasquale, per cui non era locchio della carne ma il dono di Dio che permetteva di riconoscerlo.