Sappiamo quanto è stata dura e difficile la vita di Benedetta, specialmente nell'ultimo anno quando tutti i sensi in lei si sono spenti, come dice lei stessa: "Nella notte buia dei miei faticosi giorni" (22.4.1963). Sappiamo anche come la sua fede e la sua preghiera proprio in questa grande prova hanno raggiunto vette straordinarie. Mi sembra che una caratteristica della sua preghiera, del suo colloquio con il Signore, sia stata un nuovo e spirituale uso dei sensi: quello che le era impossibile fisicamente l'ha fatto nella fede e nello Spirito.
Nella notte del 19 novembre 2008, dopo un faticoso viaggio, sono "sbarcato" nel nord-est del Brasile, nella regione del Sergipe, il continente sudamericano con aerei ad alto sviluppo e con altre di immense povertà. Sono ospite del Vescovo della Diocesi di Proprià, una diocesi di 400.000 abitanti e con soli ventiquattro preti. La popolazione è in maggioranza cattolica, ma crescono sempre più numerose e svariate le sette religiose. Ho cercato di vivere al meglio la mia missione di fare concerti (in italiano!) e ho trovato grande attenzione ed entusiasmo in questa Chiesa semplice, umile e giova¬ne. L'immensità del Brasile permette di offrire solo qualche frammento della vita lì. Sono tornato sentendomi piccolo, ma con dentro il calore, non soltanto del sole estivo, ma dell'amore della gente, dei bambini e dei giovani.
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Gesù disse a Marta: "Io sono la risurrezione e la vita"
PENSIERO DELLA DOMENICA + VIDEO CORRELATO
La Liturgia di questa V^ domenica di Quaresima è orientata alla prospettiva della risurrezione e ci presenta Cristo vincitore della morte. LEvangelista è ancora Giovanni che descrive le due sorelle in angoscia per la malattia grave del fratello Lazzaro. Marta e Maria non fanno alcuna richiesta concreta; ma con grande umiltà e fiducia, pur essendo già il fratello gravissimo, espongono soltanto la dolorosa situazione. Ed ecco per lennesima volta, latteggiamento del Cristo che non percorre la via della razionalità e della logica: Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!".Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro.
Maria Grazia si trova in un momento di crisi.
Nei giovani le difficoltà spesso si aggrovigliano. Un problema di carattere sentimentale si accompagna magari a problemi di orientamento per il futuro.
Se poi si devono affrontare delle delusioni, subite o date, il disorientamento è ancora più grande.
Si può vivere il buio anche nella luce della giovinezza.
Benedetta Bianchi Porro è unamica di Maria Grazia.
La speranza di Lucia scaturiva dalla sua carità, virtù che essa praticò fin dalla sua fanciullezza, quando comprese il significato dell'esistenza cristiana: come "Servizio di Dio". Questa elezione del Bene Supremo trovò conferma nel contatto con il suo direttore spirituale, S. Paolo della Croce e fu nel secondo incontro che si sentì affascinata dall'amor di Dio: "Ero fuori di me e nè so spiegarlo...".
E difficile parlare della speranza come virtù teologale di un'anima che vive di una profonda unione con Dio, come si osserva in Lucia. Lucia si rimise ai saggi consigli del Santo suo direttore spirituale che le raccomandava di non perdere mai la fiducia nella misericordia divina anche nei momenti di prove interiori terribili" di "battaglie orribilissime (Positio,111,90).
Avviciniamoci in modo più diretto alla figura del Salvatore, come personaggio della nostra storia. Vogliamo, in altre parole, tentare di produrre di Lui una specie di Carta d'Identità, come se si trattasse di uno di noi, di un cittadino comune. Certo, il nostro tentativo
avrebbe fatto sorridere i primi illuministi del sec. XVIII, convinti
com' erano che si trattasse di una delle solite figure mitiche, poste
alla base di qualsiasi religione del mondo.
Avrebbe, al contrario, irritato teologi e liturgisti di epoche recenti, ritenendolo una curiosità irriguardosa, nei confronti del Figlio di Dio.
Da alcuni decenni a questa parte, hanno invaso l'area della pubblicistica mondiale, anche quella cattolica, opere esegetiche per ogni gusto, dal titolo accattivante, Gesù ebreo, Gesù ebreo della Galilea, Gesù un ebreo marginale e giù con una nomenclatura di questo taglio, sfornata per solleticare una curiosità tutt altro che da storici seri.
A noi interessa quello che gli antichi chiamavano albero genealogico e che, nell'area ebraica generalmente non si spingeva più indietro di una o due generazioni: Jehuda ben Simon, Simon ben Jonha, Jonha ben Zakkai. ecc. Punto e basta. A meno che non si trattasse di notabili del popolo, o teste coronate.
Schematicamente, dunque, potremmo ricostruire la scheda anagrafica di Gesù Cristo in questo modo, riservandoci di dare, subito appresso le dilucidazioni indispensabili per una comprensione meno approssimativa:
Nome:Yeshu Patronimico:barYosiph Maternità:Myriam Luogo di nascita:Bethlem Anno di nascita:Anno 748 abe Urbe condita Cittadinanza:Giudea Luogo di residenza:Galilea Stato civile:Celibe Condizione sociale:Carpentiere Statura:Cm 180 circa Costituzione fisica:Robusta Capelli:Scuri Occhi:Chiari Segni particolari:Nessuno
Tutto di Gesù, interessa, sia lo studioso credente per restituire alle sue dimensioni umane la sua presenza in mezzo a noi, sia il devoto e il contemplativo, per innamorarsi più consapevolmente di Lui.
Il cristiano ha nel cuore sempre un grande motivo di gioia: Cristo è risorto, ha sconfitto la morte ed ha dato a ciascuno di noi, sue creature, l'esultanza della nostra vita
A cura di Don Lucio Luzzi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Storia vera e non unica E' una ragazza di nome Speranza: una vita perduta?
Con sincero, profondo dolore, con rabbia ed indicibile tristezza scrivo questa storia straziante che tante volte ho ripassato nella mia mente. Vorrei che la sua pubblicazione potesse aiutare qualcuno. Provo dolore perché è una storia di droga e di degrado morale e ne è vittima una persona legata per alcuni anni alla mia professione di docente.Provo rabbia per lincapacità e lindifferenza di tutte le istituzioni ad offrire una opportunità di ascolto e di guida valida. Provo tristezza per il buio esistenziale che ancora avvolge questa giovane donna.A dispetto di tutto, la chiamerò SPERANZA. Dunque: Speranza si sente goffa, brutta, insignificante, non intelligente sua madre non potrebbe fare la velina perché ha un corpo disarmonico il padre non può permettersi la Mercedes...
Non possiamo essere "cristiani credibili" se non siamo uniti
E facile predicare la comunione, ma è quasi impossibile vivere la comunione. La comunità è ancora identificata con la propria parrocchia; da qui la faziosità, il settarismo, o giudizi spesso impietosi che i sedicenti cristiani praticanti esprimiamo gli uni contro gli altri, i personalismi e i protagonismi.
Facci capire che la tavola non sazia
se il cuore è vuoto di verità
Santa Maria, donna del pane, chi sa quante volte all'interno della casa di Nazareth hai sperimentato pure tu la povertà della mensa, che avresti voluto meno indegna del Figlio di Dio. E, come tutte le madri della terra preoccupate di preservare dagli stenti l'adolescenza delle proprie creature, ti sei adattata alle fatiche più pesanti perché a Gesù non mancasse, sulla tavola, una scodella di legumi e, nelle sacche della sua tunica, un pugno di fichi. Pane di sudore, il tuo. Di sudore, e non di rendita. Come anche quello di Giuseppe, del resto.
La Vergine accoglie il Messaggero celeste mentre è intanta a meditare le Sacre Scritture, raf?gurate solitamente da un libro che Maria tiene in mano, 0 in grembo, o sopra un leggìo. È questa anche l'immagine della Chiesa offerta dal Concilio stesso, nella Costituzione Dei Vørbum «In religioso ascolto della Parola di Dio... (n. 1). Preghiamo perché, come Maria, la Chiesa sia docile ancella della divina Parola e la proclami sempre con ferma fiducia. così che «« il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami (ibid.). Angelus, 6.11.05
Vorremmo poter dire che la Madonna è nata in quel dato giorno, in quellora precisa, in quel luogo della Palestina, magari dove la troviamo al momento dellannunzio angelico, per dare contorni seriamente riscontrabili alla sua esistenza storica. Invece dobbiamo accontentarci di congetture. Del resto, con il Suo Figlio Gesù non siamo in condizioni analoghe? Gli esegeti, per fare un caso, sanno che la cronologia cristologica è quanto mai fluida. Così per ogni particolare della sua vita nella Palestina romana: disponiamo solo di una documentazione attendi¬bile: non ci è lecito di spingerci più in là.
Evangelho - Um pensamento Fariseus e Publicanos Dott Alberto Rossini
Fariseus e publicanos são personagens que aparecem a cada momento nas paginas do Evangelho. Os fariseus armavam verdadeiras ciladas para Jesus pois tinham enveja dele e tinham medo que Ele assumisse hegemonia espiritual entre o povo: eram homens que observavam rigorosamente todos os preceitos da lei. Não podemos negar-lhe o merito de ter conservado a pureza do judaismo, não só em face do mundo pagão mas também diante dos costumes helenisticos que iam se introduzindo no povo. Pagavam o dizimo corretamente e por isso olhavam aos outros com desprezo chamando-os "gente da terra". Pelo rigorismo religioso deles tornaram-se simbolos de hipocrisia. Jesus chama-os de "sepulcro caiado" que ostentam brancura por fora mas por dentro são ossos apodrecidos ( Mt 23.27: Lc 11.44) Não que fossem todos assim pois havia fariseus sinceros e realmente virtuosos.