Preghiera
del contadino
Signore,
sono un contadino.
La mia pelle ha il sapore ed il colore della terra.
Per più di 60 anni ho visto nascere
il sole e gustato la creazione.
Mille volte la terra ha bevuto il mio sudore.
Signore,Ti ho sentito vivo nell'acqua delle fonti e delle sorgenti;
nel pane impastato dalla mia donna e cotto al forno di campagna; nel vino fatto con l'uva della mia vigna e pestato con i miei piedi;
nei ciliegi, nei peri, nei meli, nelle susine e negli ortaggi che sapevano del tuo sole e della tua pioggia;
nel!'ombra dei tuoi boschi maestosi e nel profumo dei tuoi prati fioriti. Oggi mi trovo in città, dove nessuno mi parla mai della Tua e mia terra; cove il pane è un prodotto chimico;
vino è acqua tinta;
dove l'acqua non è quella cantata da San Francesco,
ma sporca ed inquina
dove laria non è quella pura delle mie campagne, ma sa di cemento, di macchine, di gente, di ferro, di ciminiere, di laboratorio e di medicina;
dove la frutta è scipita e molliccia perché maturata per forza al calore ed alla luce artificiale.
Qui sa tutto di speculazione, di lucro, di sfruttamento, di adulterazione e di sofisticazione, perché qui, tutto si paga.
Questa società, per amor di denaro, ha violentato la terra che Tu hai creato. Signore, aiutaci, ci stanno avvelenando.
Benedirei la tecnica e la scienza se servissero a perfezionare la natura, ma non le posso benedire, perché si sono messe al servizio del guadagno e non al servizio della vita.
Signore, prendi una frusta e scaccia dal tempio della Tua creazione questi nuovi mercanti che stanno avvelenando il Tuo Pane quotidiano.
Prima puzzavo di sudore, ora puzzo di cemento e di ipocrisia, prima l'uomo valeva più di quello che costruiva, ora è tutto il contrario. Qui in città, anche la ghiera sa di interessi, e forse, anche tu, o Signore, ti senti inquinato. Quando per noi Ti fai pane e vino, quel pane e quel vino sono frutto della Tua Bontà o...della nostra alchimia ? Signore, Ti prego, facci scoprire di nuovo il Tuo Pane quotidiano, perché solo quello Tuo è pane che da la vita, il nostro invece, da solo morte.
Don Enrico Righi