R. Proprio
logica no. Anzi al contrario Lei, ha sentito da quel prete che
nellandare ad ordinare una Messa, come fosse un dessert, quel doverne
pagare una già detta, trattandola come pochi etti di prosciutto crudo, è
unindecenza. Il prete aveva ragione; ma, a quanto mi dice, ha spiegato
come stanno le cose, in riferimento al dogma fondante della Chiesa la
comunione dei santi. Lei sbaglia a tirarci codesta conclusione. Se si
riuscisse a farle comprendere il valore di un ricordo particolare, nel
momento più intimo della celebrazione, da parte del celebrante che
agisce in persona di Cristo ne uscirebbe con impressioni e convinzioni
di fede assai più profonda e una più profonda riconoscenza al Signore
che non quando andava a pagare la Messa, insistendo sul nome da dire.
Quindi non ordini una messa, ma chieda un ricordo speciale per questa o
quella sua necessità. Lofferta che porge, èsolo un atto di cooperazione
fraterna alle necessità della Chiesa in conformità al quarto dei
suoi precetti generali: sovvenire.
D. A proposito del film di Mel Gibson, ho letto, mi pare su una rivista
cattolica che di queste Passioni sarebbe meglio parlarne di meno,
dato che esprimono violenza. Mi sono chiesto: chissà perché non lo dice
dei campi di sterminio dei nazisti, che siamo condannati a rivedere in
continuazione?
R. Già, me lo sono chiesto anche io, a dire la
verità. Ma non mi stupisco più delle arti subdole degli attuali mass
media, sapendo in che misura dipendono dalle scuderie che le finanziano.
Mi stupisce constatare che solo pochi se ne avvedono. Venendo a quanto
mi confida, ebbene le dirò francamente il mio dissenso da ogni specie di
commercializzazione mediatica dellhorror, da qualsiasi parte provenga,
perché si risolve sempre in un incitamento alla violenza. Nel caso
delle rappresentazioni della Passione di Cristo accade esattamente il
contrario, perché la vittima non si ribella, non reagisce, anzi perdona e
prega per i suoi uccisori (il che non accade nei casi cui lei allude).
Semmai se ne ricava un senso di colpa, di cui scarseggia proprio il
colpevole.
D. Vivo la mia precarietà quotidiana con le
insicurezze della famiglia, della salute e tutto il resto, con molta
angoscia. E poca fede?
R. Il dubbio che le è sorto è, purtroppo,
fondato. Che lei avverta questa precarietà, di per sé, è segno buono,
perché rivela capacità di analisi e valutazioni oggettive. Giungere fino
allangoscia rappresenta un effetto della scarsa fiducia nellopera di
Dio, che, fin qui, lha sempre protetta e provveduta. Dio non muta come
noi: se lha assistita finora, lassisterà fino alla fine. Ma lei deve
fidarsi della Sua premura.
Padre Bernardino Bordo
- Passionista -
(06/10/1921 - 21/08/2012)
Vie dello Spirito
Portale Cattolico Italiano
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.