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XXXIII DOMENICA T.O./B

"Vedranno il Figlio dell'Uomo
venire sulle nubi..."

PENSIERO DELLA DOMENICA

Stiamo andando verso la chiusura dell'anno liturgico e in questa XXXIII^ domenica del Tempo Ordinario, siamo invitati, attraverso la Parola di Dio, a riflettere sulla nostra  esistenza  terrena.
Anche gli apostoli, come facciamo spesso noi, preferivano non pensare a questa realtà sconcertante della inevitabile fine della nostra vita. Erano aggrappati, come noi, alla quotidianità terrena, sempre con l'illusione di essere baciati un giorno dalla fortuna, per poter vivere beati e felici!
E allora disse Gesù ai suoi discepoli: ”... in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, e la luna non darà più il suo splendore, e gli astri si metteranno a cadere dal cielo, e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed Egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall' estremità della terra fino all'estremità del cielo".


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Mi sembra di vederli, gli apostoli, perplessi, con nel viso i segni evidenti della delusione.
Non ti trovi anche tu, nello stesso atteggiamento dei discepoli?
Ma Gesù non ha fatto questo discorso a sensazione, per impressionarci negativamente.
Lui, che è Verità, espone la realtà, anche se dura ad accettarla.
"Io sono la Via, la Verità e la Vita"
Ma Lui è vita e dopo questo passaggio negativo, ci parla con chiarezza e sicurezza assoluta, della vera vita, quella eterna, con una felicità non limitata nel tempo, ma senza fine.
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Anche il profeta Daniele (prima lettura) deportato all'età di quindici anni in Babilonia (anno 605 a.c) trasmette alla sua gente in schiavitù un profondo messaggio di speranza e li invita ad aggrapparsi alla realtà consolante, che per i giusti ci sarà la vita eterna.
Ma noi riusciamo veramente ad essere nel numero dei giusti?
Ci mettiamo subito in questa categoria, ma quanto spesso non c'è equilibrio (giustizia) nei nostri pensieri, azioni, opere. Signore, quanto vorrei sentirmi dire da Te: "Bravo servo buono e giusto...".
Me lo merito questo titolo con il mio comportamento?  Mi sentirò dire così se riesco a dominare l'istinto dell'orgoglio, qualche volta della presunzione, e soprattutto quella radice del risentimento, che attecchisce con tanta facilità nel mio cuore, per le traversie della mia vita quotidiana! All'esterno spesso mi metto dalla parte della vittima, perché sono oggetto di poca considerazione e non riesco più a trovare pace interiormente.
Dammi, Signore, la certezza che dopo il passaggio terreno, con le nostre croci, e amarezze, se le accetto con serena rassegnazione, avrò la certezza che lassù in Paradiso, c'è un posto che tu hai preparato per me!
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Don Lucio Luzzi
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WEGE DES GEISTES

Quale Pasqua?

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Quale Pasqua
celebra la Chiesa?


Un problema che si
ripresenta dopo duemila anni

Una domanda semiseria? Avrete saputo che in qualche comunità, o parrocchia, c'è stato chi ha organizzato durante la Settimana Santa una vera cena pasquale ebraica, secondo le regole inserite nel Vecchio Testamento e ampliate, precisate nella documentazione rabbinica posteriore: pane azzimo, lattughe amare, boccale di vino con un quarto di acqua, e poi abluzioni preliminari, ecc. ecc.  Forse è mancato solo il triclinio, dove gli ebrei del tempo di Gesù consumavano il pasto rituale. Forse sarà mancato anche l'orario stabilito dall'antica norma. Comunque, ci sono tanti altri segni di questa nostalgia, che però non possiamo prendere in esame in questa sede.

 

Preghiere

Preghiera davanti alla tomba

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Preghiera davanti alla tomba

Signore, sono qui, nel giardino della resurrezione.
Figlio mio, sono qui davanti alla tua piccola,
ultima casa sulla terra.
Sono venuto per portarti amore e attraversare,
con |'amore, questo muro che mi separa da te.
Qui, però, mi sento più vicino,
ti sento più vicino perché qui è il tuo corpo.