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Il Buon Pastore

 

Gesù, nel suo insegnamento, si è servito, per spiegare grandi ed eccelse verità, di esempi comprensibili a tutti, come le parabole, ed ha portato similitudini dove Lui si impersona in figure identificabili per gran parte della sua gente.

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La pastorizia era molto diffusa in Palestina. Vaste torme di pecore pascolavano sui dossi delle colline, e durante la notte venivano rinchiuse in recinti circondati da un basso muricciolo di pietre a secco. Un guardiano solo custodiva molte greggi riunite insieme, fino a che, al mattino, venivano i pastori e ciascuno chiamava le proprie pecore le conduceva a pascolare con sé. Capitava in certe notti che il ladro desse la scalata al muretto di cinta; o anche, che il lupo affamato balzasse nel chiuso a divorare qualche pecora.


Allora il guardiano, se poteva, gridava e difendeva il gregge; ma se c’era da rischiare la propria pelle, fuggiva al  sicuro. E le pecore? peggio per loro e per il padrone!
Senti che pagina stupenda  troviamo nella liturgia di questa domenica del Buon Pastore.
Il parlare di Gesù è permeato di dolcezza e vero amore e si rimane attoniti ed affascinati verso questo pastore che ha cura e premura  delle sue pecore che, nella similitudine, siamo ciascuno di noi.
Disse Gesù:
“Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me ed io conosco il  Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore…”. Non si limita il buon Pastore ad avere ogni premura per il suo gregge, ma la sua ansia, il suo desiderio, si estende a chi non fa parte di questo gregge e sogna il giorno che ascolteranno la sua voce per diventare unico gregge con unico pastore. E’ il suo ardente desiderio; l’unità della Chiesa.
Problema secolare e storico le diversità e le divisioni all’interno della Chiesa di Dio!…” ...prego per loro Padre, perché siano una cosa sola…”.
Io mi domando: quale è il mio contributo quotidiano perché il sogno della unità
diventi realtà ?
Confermiamoci alle analisi storiche, ma sentiamoci coinvolti personalmente. Il nostro contributo deve passare per le più piccole cose. Quante volte facciamo prevalere il nostro giudizio che ha come sottofondo le radici dell’orgoglio, della superbia, dell’invidia.
Ci pensi, a volte,  anche inavvertitamente,  come professiamo la divisione anche con le espressioni, forse basali e superficiali, ma che ci allontanano decisamente dal cammino del Buon Pastore…”a me questo prete mi è antipatico, è noioso.. si deve fare sempre come lui vuole…”
E i giudizi sulle associazioni? sui collaboratori? sui volontari?

Signore aiutami; ho paura di essere a volte una pecora fuori dal recinto, che vaga per luoghi e pascoli che voglio scegliere io e mi disperdo nella aridità del deserto..
Se seguissi sempre, con umiltà, senza troppe elucubrazioni  razionali, tu Buon Pastore!
Potrei provare la gioia che, se anche camminassi in una valle oscura in certi periodi della mia vita, con Te vicino o Signore, non temerò, perché Tu farai dissetare la mia aridità, alle acque tue tranquille...

VIDEO CORRELATO

GESU' BUON PASTORE

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Don Lucio Luzzi
 

THE WAYS OF THE SPIRIT

Did the Virgin Mary really die?

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Did the Virgin Mary
really die?


The very first question that arises staring at an ancient Byzantine icon of the Dormition representing the Virgin Mary’s body laying on a bed and Her figure raising above it, it’s if this picture, painted by a Mount Athos monk, indented to represent, with such a little convincing patterns, only Her Soul or Her entire Body as well. A religious inexperienced viewer would have his attention attracted by the abstract symbolism, while the pious viewer looking for cheap experiences would be contradicted by the archaic verism of the Virgin laying on a bed on the verge on expiring, like an ordinary woman.

 

Preghiere

Il Santo Chiodo

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ll Santo Chiodo
(di Alessio Varisco)
 

La reliquia del Santo Chiodo di Milano è accennata per la prima volta durante un’orazione funebre pronunziata il 25 febbraio 395 da Sant’Ambrogio, allora vescovo di Milano.

Il santo vescovo esplicita come grazie a Sant’Elena -madre dell’Imperatore Costantino- furono rinvenuti i Sacri Chiodi della Crocifissione di Cristo unitamente alla Croce

Sant’Ambrogio spiega inoltre come due di essi furono modellati in freno –fu forgiato un morso di cavallo- e in corona, per devozione e per supplicare l’aiuto divino oltre che come sacro contrassegno degli imperatori cristiani.