
L'imitazione dei Santi


Se si tentasse di imitare una creatura, anche la più santa, se ne otterrebbe solo di diventare non autentici, anzi goffi.
Io devo diventare povero, ma non come San Francesco, perché lui aveva un temperamento, io un altro, lui viveva da italiano del mille e due, io del duemila dodici. Una ragazza non può imitare la purezza di S. Gabriele passionista, perché lui è un uomo, lei una donna, lui aveva un formazione psicologico - morale, lei un'altra.
Dunque quando si parla di "imitazione dei santi" dobbiamo intendere l'impegno di apprendere da ciascuno di essi, quanto conviene alla nostra statura morale e alle nostre esigenze di perfezione evangelica.



Questo, in sostanza, è il contributo provvidenziale che ci giunge da loro: che ciascuno di noi possa trarre dalla loro testimonianza quanto ci occorre, per una sequela perfetta del Salvatore: la fedeltà a Dio, la costanza nell'impegno, il distacco dalle creature, l'amore ai fratelli, anche nel caso ci avessero offeso e ogni altra virtù di cui riconosciamo come modello assoluto il nostro Salvatore.
Inoltre pregano perché anche noi, possiamo un giorno, raggiungerli nella patria celeste, dove ci attendono, per lodare e glorificare Dio insieme a loro.

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