Ho sentito parlare di Lucia Burlini dal tempo del noviziato, quando i formatori narravano le vite dei santi dell'Istituto e di quelli che, pur non essendo membri, erano vissuti col carisma della Passione, diretti dal
Fondatore o dai nostri primi Padri nella via della perfezione, ed erano morti in concetto di santità, alcuni dei quali già avviati alla glorificazione sulla terra, da parte della Chiesa. E ne ho seguito le varie tappe. Ma nel 1991/1992, scrivendo la vita del Fondatore S. Paolo della Croce e consultando i documenti sui primi anni di storia dello Congregazione e sulle anime da lui dirette, mi sono imbattuto nella figura di Lucia Burlini.
Le ultime news di Don Gigi
prima della sua partenza dalla
missione salesiana in Brasile
Questa sera (24 maggio) con Raffaele e Nabia in autobus ci sará la partenza per San Paolo, il giorno successivo il volo per Monaco e poi quello per Ancona. Vivo due sentimenti contrastanti: il dolore di dover partire e la gioia di voler tornare. È una dura lotta interiore!
Anche se con poca età è stata strumento dello Spirito Santo profetizzando la vita e la libertà del suo popolo. La santità é una grazia che lo Spirito Santo vuole dare a tutti, frattanto é Lui che cammina nel tempo manifestando al mondo questo dono dato a chi lotta giorno per giorno. Santa Rosa di Viterbo ancora giovanissima di età cominciò a esternare attitudini carismatiche di straordinario coraggio e amore al Signore. Venne al mondo in Viterbo nell'anno 1233 da una povera e umile famiglia veramente cristiana : quando aveva appena tre anni di età la sua storia ci racconta che per la sua preghiera Gesú ebbe una "zia".
Per noi cristiani, siamo nel periodo di cammino verso la grande meta del Natale. Seguendo la liturgia, possiamo e dobbiamo rendere fecondo per la nostra anima, questo periodo di Avvento.
SANTA RITA da CASCIA La Santa avvocata dei casi impossibili
Santa Rita è una delle Sante più amate ed è oggetto di una straordinaria devozione popolare perché è molto amata dal popolo che la sente molto vicina per la "normalità" dell'esistenza quotidiana da Lei vissuta, prima come sposa e madre, poi come vedova e infine come monaca agostiniana. A Santa Rita la vita non le risparmiò nulla: Giovanissima fu data in sposa ad un uomo iroso e brutale col quale ebbe due figli, tuttavia con il suo tenero amore e passione riuscì a trasformare il carattere del marito e a renderlo più docile.Il marito fu assassinato e nel giro di poco tempo anche i figli lo seguirono nella tomba.Ella però non si abbandonò al dolore, alla disperazione, al rancore o al desiderio della vendetta, anzi riuscì in modo eroico a sublimare il suo dolore attraverso il perdono degli assassini del marito. Si adoperò instancabilmente per riappacificare la famiglia del marito con gli assassini, interrompendo cosi la spirale di odio che si era creata.
Sulla mia salute e
quanto mi è accaduto, posso attestarle quanto segue:
Il 12 agosto 1998 ho subìto il primo intervento per un
cistoma ovarico, e tutto si è rimesso a posto. Ma lentamente: fino ad agosto del 1999. A questo
punto si era reso necessario un nuovo intervento, che è stato rimandato al 19
settembre, perché era richiesta una gastroscopia, per fastidi che avvertivo al
fianco sinistro. Alla gastroscopia è risultata una grossa ulcera, in un brutto
punto dello stomaco. Per cui, il primario del reparto chirurgia di Carbonia mi
ha parlato di un grosso intervento. Così mi hanno asportato tutto lo stomaco,
insomma l 'apparato digerente.
Maria Grazia si trova in un momento di crisi.
Nei giovani le difficoltà spesso si aggrovigliano. Un problema di carattere sentimentale si accompagna magari a problemi di orientamento per il futuro.
Se poi si devono affrontare delle delusioni, subite o date, il disorientamento è ancora più grande.
Si può vivere il buio anche nella luce della giovinezza.
Benedetta Bianchi Porro è unamica di Maria Grazia.
Jesús entra en Jerusalén. La muchedumbre de los discípulos lo acompañan festivamente, se extienden los mantos ante él, se habla de los prodigios que ha hecho, se eleva un grito de alabanza: «¡Bendito el que viene como rey, en nombre del Señor! Paz en el cielo y gloria en lo alto» (Lc 19,38). Gentío, fiesta, alabanza, bendición, paz. Se respira un clima de alegría. Jesús ha despertado en el corazón tantas esperanzas, sobre todo entre la gente humilde, simple, pobre, olvidada, esa que no cuenta a los ojos del mundo. Él ha sabido comprender las miserias humanas, ha mostrado el rostro de misericordia de Dios y se ha inclinado para curar el cuerpo y el alma.
Este es Jesús. Este es su corazón atento a todos nosotros, que ve
nuestras debilidades, nuestros pecados. El amor de Jesús es grande. Y,
así, entra en Jerusalén con este amor, y nos mira a todos nosotros. Es una bella escena, llena de luz la luz del amor de Jesús, de su corazón , de alegría, de fiesta. Al comienzo de la Misa, también nosotros la hemos repetido. Hemos agitado nuestras palmas. También
nosotros hemos acogido al Señor; también nosotros hemos expresado la
alegría de acompañarlo, de saber que nos es cercano, presente en
nosotros y en medio de nosotros como un amigo, como un hermano, también
como rey, es decir, como faro luminoso de nuestra vida.
Jesús es
Dios, pero se ha abajado a caminar con nosotros. Es nuestro amigo,
nuestro hermano. El que nos ilumina en nuestro camino. Y así lo hemos
acogido hoy. Y esta es la primera palabra que quisiera deciros: alegría.
No seáis nunca hombres y mujeres tristes: un cristiano jamás puede
serlo. ¿Por qué Jesús entra en Jerusalén? O, tal vez mejor, ¿cómo
entra Jesús en Jerusalén? La multitud lo aclama como rey. Y él no se
opone, no la hace callar (cf. Lc 19,39-40). Pero, ¿qué tipo de rey es
Jesús? Mirémoslo: montado en un pollino, no tiene una corte que lo
sigue, no está rodeado por un ejército, símbolo de fuerza. Quien lo
acoge es gente humilde, sencilla, que tiene el sentido de ver en Jesús
algo más; tiene ese sentido de la fe, que dice: Éste es el Salvador.
Jesús
no entra en la Ciudad Santa para recibir los honores reservados a los
reyes de la tierra, a quien tiene poder, a quien domina; entra para ser
azotado, insultado y ultrajado, como anuncia Isaías en la Primera
Lectura (cf. Is 50,6); entra para recibir una corona de espinas, una
caña, un manto de púrpura: su realeza será objeto de burla; entra para
subir al Calvario cargando un madero. Y, entonces, he aquí la segunda
palabra: cruz. Jesús entra en Jerusalén para morir en la cruz. Y es
precisamente aquí donde resplandece su ser rey según Dios: su trono
regio es el madero de la cruz Ese es trono de Jesús. Jesús toma sobre
sí... ¿Por qué la cruz? Porque Jesús toma sobre sí el mal, la suciedad,
el pecado del mundo, también el nuestro, el de todos nosotros, y lo
lava, lo lava con su sangre, con la misericordia, con el amor de Dios. (
Papa Francisco ) Albina Moreno
Una voce dal cielo: "Questi è il Figlio mio, l'amato"
Battesimo del Signore
Anno C
Una voce dal cielo: "Questi è il Figlio mio, l'amato"
PENSIERO DELLA DOMENICA
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Oggi
con la Chiesa celebriamo il battesimo del Signore e facciamo memoria
del nostro battesimo. Gesù immerso nellacqua da Giovanni, ci
immergerà con la sua morte e risurrezione nella vita eterna.
Il Padre proclama la predilezione per il figlio Gesù e conferma la sua
missione, mentre lo Spirito Santo discende su di lui come una colomba. La festa del Battesimo di Gesù chiude il ciclo delle Feste della Manifestazione del Signore. Festeggiamo il Battesimo di Gesú realizzato da Giovanni Battista nelle acque del fiume Giordano.
La parola
misericordia attraversa generazioni di cristiani essendo pronunziata con
zelo per persone che sognano un mondo dove sei abbracciato come un
tesoro. Nella misericordia tu senti l'abbraccio
di Dio dal quale tu ti eri allontanato, abbraccia nuovamente colui che
lo aveva offeso mortalmente. Santo Agostino parla della misericordia
con " un occhio del cuore " Quello sguardo pieno di amore, proprio di
una madre. La misericordia del cuore percepisce
le necessitá come la Madonna a Cana, Lei vuole aiutare ( in Cana la
madre di Gesú chiede al Figlio ) accompagna senza pesare
l'intervento,neppure perdere tempo nel cercare chi in Cana era
responsabile per la mancanza del vino .
Tutti noi sappiamo che la parola " io ti amo" infinitamente ripetuta in tutti i tempi é appena una espressione provvisoria e vuota di sentimento umano. Ma l'occhio di Gesú va oltre le simplici parole di Pietro, il quale al dire " ...tu sai che io ti amo " non era una beffa, poi piú tardi darebbe la vita per amore. Perché l'amore, in fondo, é questo: fare della nostra vita una felicitá verso il prossimo.
LA MADONNA DELLA QUERCIA E LA DEVOZIONE AL SS.mo ROSARIO
La notizia che S.S. Giovanni Paolo II ha proclamato il 2003 anno del SS.mo Rosario mi ha spinto ad iniziare una ricerca che potesse mettere in luce come questa devozione così amata da infinite generazioni di uomini e donne, questa devozione che lega la terra al cielo , è stata vissuta nel santuario della Madonna della Quercia.
Ancora un'annotazione, prima di chiudere questo capitolo. Quale senso hanno, oggi, tre fra gli attributi più cari alla devozione mariana: vergine, pura, casta? Si tratta di puri sinonimi, o si riferiscono a virtù più spiccatamente presenti nella figura della madre di Cristo? La domanda non merita di essere considerata pleonastica: le ambiguità della terminologia religiosa hanno la loro radice nell'effettiva difficoltà di distinguere correttamente concetti e parole, quando si riferiscono all'area delle realtà spirituali. Inoltre, su questo argomento specifico, non ci si cautela mai a sufficienza, allo scopo di non ferire la suscettibilità del credente, mentre gli si vuole offrire un contributo di luce che dilati il suo orizzonte interiore.
Venendo, ora, a Luca, troviamo il suo racconto
caratterizzato da una tale densità di contenuti, che vale la pena disuddividerlo in due brevissime sezioni:
quella dove viene riferita lespressione enfatica della donna e laltra, dove
il divino maestro le risponde.
25° Domingo do Tempo Comum 21 Setembro 2014 Uma reflexão
A liturgia desse domingo de tempo comum nos convida a descobrir um Deus cujos caminhos e pensamentos estão acima dos caminhos e pensamentos dos homens, quanto o céu está acima da terra. Sugere-nos, em consequência, a renuncia aos esquemas do mundo e a conversão aos esquemas de Deus. A primeira leitura pede aos crentes que se voltem para Deus: " Voltar para Deus " é um moviemento que exige uma transformação radical do homem, de forma que seus pensamentos e ações reflitam a lógica, as perspectivas e valore de Deus.