Il Duomo di Bressanone
- Alto Adige, Bolzano -
Il Duomo di Bressanone,
simbolo della città vescovile
La costruzione originaria, ultimata verso la metà del X secolo, era a tre navate, probabilmente con soffitto ligneo piano, che facevano capo a due presbiteri: l'uno ad oriente in onore dei santi Pietro e Ingenuino con cripta dedicata a S. Martino, e l'altro ad occidente in onore di S. Stefano con cripta di S. Nicola; il primo era simbolo della potestà ecclesiastica, il secondo di quella imperiale.
Dopo la lotta per le investiture del XII secolo questo tipo di cattedrale non corrispondeva più alle idee della riforma papale, per cui il beato Artmanno, fondatore di Novacella (1142) e vescovo di Bressanone dal 1140 al 1164, fece sostituire il presbiterio occidentale con i due campanili della facciata, la cui forte muratura è tuttora conservata.
Quella prima cattedrale, risalente all'epoca dei Carolingi e degli Ottoni, fu distrutta da un violento incendio scoppiato nella notte di Pasqua del 1174.
Ricostruito in stile romanico sulla pianta precedente il Duomo ebbe però delle strutture architettoniche essenzialmente diverse: le tre navate furono coperte con volta a crociera e fra presbiterio e navate venne inserito un transetto con portale romanico a sud. tuttora visibile nel chiostro.
Questo secondo Duomo fu consacrato nel 1237 e riconsacrato nel 1274, dopo un altro incendio e relative opere di restauro.
Nel tardo medioevo accanto al Duomo vennero erette diverse cappelle: una dedicata a Tutti i Santi, un'altra a S. Caterina d'Alessandria, una terza a S. Cristoforo, una quarta a S. Osvaldo, una quinta ai Re Magi e una sesta al Redentore.
Questi titoli si ritrovano oggi quasi tutti nelle pale e nelle statue degli altari laterali.
Le due cappelle di S. Cristoforo e di S. Osvaldo le fece erigere, fra il 1400 e il 1407, il poeta e trovatore Oswald von Wolkenstein, il cui ricordo è tenuto vivo da un altorilievo in pietra bianca, murato al centro delle arcate occidentali del vecchio cimitero, fra il Duomo e la chiesa parrocchiale. Durante il vescovado del celebre umanista e Cardinale Nicolò Cusano (1450-64) le tre absidi romaniche furono sostituite da un'unica abside gotica, tuttora visibile dall'esterno.
Dei due campanili quello romanico a settentrione fu portato alla sua forma attuale negli anni 1610-1613 per opera dell'architetto aulico Hans Reichle di Augusta, che realizzò anche le statue site nel loggiato del cortile interno del palazzo vescovile, ora adibito a Museo Diocesano. Il secondo campanile invece venne adeguato al primo appena nel 1753.
Dalla fine del Seicento si fece sempre più insistente l'esigenza di una cattedrale nuova. Il principe vescovo Kaspar Ignaz conte Kúnigl (1702-47), che per molto tempo aveva auspicato il restauro del Duomo medievale, nel 1745 si decise a farne costruire uno nuovo.
Il progetto di Teodoro Benedetti di Mori, modificato da Giuseppe Delai di Bolzano, subì ulteriori ritocchi ad Innsbruck. I lavori di costruzione furono diretti dapprima dall'architetto Delai, poi da due artigiani e infine da due esperti sacerdoti diocesani: Franz de Paula Penz e Georg Tangl.
Il nuovo Duomo barocco venne consacrato il 10 settembre 1758 dal principe vescovo Leopoldo conte Spaur. L'atrio neoclassico, sormontato dalle statue dei Santi Cassiano, Ingenuino ed Alboino, fu realizzato negli anni 1783-85 secondo i piani dell'artista locale Jakob Pirchstaller.
Dal 2010 sulla parete meridionale dell'atrio si trovano gli stemmi di tre papi presenti a Bressanone: Damaso II (1048), già vescovo di Bressanone (1039-48); Pio VI che nella festa dell'Ascensione del 1782 benedisse i numerosi fedeli accorsi; Benedetto XVI, che nel 2008 soggiornò due settimane in città, recitò l'Angelus ed impartì la benedizione ai fedeli affluiti da ogni dove.
Negli anni 1985-86 i fratelli Peskoller di Brunico restaurarono tutto l'esterno della cattedrale ridonandole il colore teresiano e gli ornamenti architettonici dell'epoca barocca.
Nel 1986 la statua della Madonna sulla facciata, rovinata dalle intemperie, fu sostituita da una copia di fattura gardenese. Essendo dedicato a Maria Assunta il Duomo di Bressanone celebra la sua festa titolare il 15 agosto. Durante l'estate del 2001 è stata rinnovata l'intera copertura del duomo. Nel 2002 si sono rifatti anche i tetti dei due campanili.
La maestosità della cattedrale attuale conferisce sia all'esterno che all'interno una solennità degna dei massimi capolavori del barocco e una funzionalità pari a quella dei moderni edifici sacri a pianta centrale.
L'interno a navata unica (62,70 x 21,50 x 22,70 m), la volta cilindrica, i pilastri marmorei, la penombra dell'ambiente e l'acustica perfetta ricordano la grandiosa solennità del barocco lombardo, mentre il cornicione rialzato sotto le lunette si ispira al preziosismo del rococò austriaco e bavarese.
I rivestimenti in marmo rosso-bruno della Bocchetta (Trentino), in serpentino grigio-verde di Fundres (Pusteria) e in marmo giallognolo di Brentonico - opera del celebre lapicida Teodoro Benedetti (16971783) di Mori - sottolineano la peculiare caratteristica di questa cattedrale: struttura architettonica monumentale e dovizia di preziosi arredamenti.
La grandiosa volta a botte presenta una serie di affreschi creati dal pittore Paul Troger (1698-1762), nativo di Monguelfo in Pusteria: sopra il presbiterio l'Assunzione di Maria in cielo, nel transetto di sinistra S. Cassiano che istruisce i bambini, e in quello di destra S. Cassiano che fa demolire la statua di un idolo sulla rocca di Sabiona.
Nella finta cupola al centro del transetto le tre Virtù Teologali purtroppo furono sostituite nel 1895 dal Trionfo della Religione per intervento di Albrecht von Felsburg che, nel corso dei restauri, ritoccò anche altri dipinti del Troger.
Nella volta al centro della navata campeggia l'enorme affresco (più di 200 m2) raffigurante l'Adorazione dell'Agnello (simbolo di Bressanone) secondo la descrizione di S. Giovanni Evangelista nell'Apocalisse (14, 1-5). Sopra la cantoria è raffigurata S. Cecilia con angeli concertanti, mentre appena sopra l'ingresso si scorge un'Annunciazione, successivamente ridipinta dal Felsburg. Un altro affresco del Troger, raffigurante la Lavanda dei piedi, si trova nella sagrestia nord.
Le aree libere fra gli affreschi del Troger in origine erano ornate di motivi architettonici assai slanciati. Questa pittura in grisaille, che dava risalto ai dipinti, nel 1895 fu purtroppo sostituita, sempre dal Felsburg, con l'attuale decorazione rococò a stucco. In tal modo l'armonioso concetto pittorico del Troger risulta piuttosto discontinuo.
II fastoso arredamento del presbiterio è completato da due oratori laterali, opere rococò dello scultore svevo Josef Stapf.
II trono marmoreo a sinistra dell'altar maggiore venne realizzato ad Innsbruck appena nel 1912, mentre la balaustra all'entrata nel presbiterio è opera del Benedetti e di un suo assistente locale (1753).
Sempre nel presbiterio troviamo due grandi candelieri del Quattrocento provenienti dalle Fiandre, due lampadari di cui uno del 1609 giunto da Augusta (Germania) e l'altro modellato sul primo nel 1754 da un artista locale, ed infine due lampadari applicati ai pilastri dell'arco di trionfo (Norimberga, 1686).
Di rara bellezza è la Madonna col Bambino (c. 1520) a destra dell'accesso al presbiterio. È un'opera tardogotica dello scultore Hans Leinberger di Landshut in Baviera, donata al Duomo di Bressanone nel 1952 per disposizione di Papa Pio XII.
Nella navata i lampadari di fattura veneziana sono del 1992. Opere di artisti locali sono il pulpito con il rilievo di Cristo alla fontana di Giacobbe, i banchi dalle fiancate raffiguranti alternativamente l'Agnello pasquale (stemma della diocesi) e dell'aquila con pastorale (stemma del Capitolo del Duomo), i confessionali, e tutti e cinque i portoni della chiesa.
Il Duomo di Bressanone non è soltanto un monumento artistico, ma soprattutto il luogo dove si incontra Dio per adorarlo ed elevare lo spirito dell'uomo. Pur avendo seguito via via gli stilemi del tempo - dal barocco italiano al rococò tedesco, dal classicismo allo storicismo fino alle correnti del XX secolo - vi si riscontra un'armonia di colori, forme e misure che contribuisce a rendere solenni le liturgie e devota la preghiera privata.
L'altare di S. Giovanni Nepomuceno a destra fu ordinato dal canonico brissinese d'origine trentina ambasciatore cesareo presso la Santa Sede,Cristoforo conte Migazzi (1714-1803), che fu poi cardinale ed arcivescovo di Vienna.
Altare di San Giovanni Nepomuceno
L'altare - il primo esempio di forme neoclassiche nel Tirolo meridio le - venne eretto nel 1756 da Teodoro Benedetti. Fra le colonne si trovano le statue dei Santi Cristoforo e Osvaldo, opere del ladino Domenico Moling.
La pala. incorniciata in marmo nero e dipinta a Vienna dall'artista veronese Giandomenico Cignaroli (1722-93 rappresenta il Martirio di S. Giovanni Nepomuceno vicario generale di Praga - gettato nella Moldava n: 1393 per ordine del re Venceslao di Boemia.
Il chiostro si trova al centro del complesso del duomo e congiunge fra di loro diversi edifici: il duomo stesso, l'originario palazzo vescovile (attuale Pretura), la cappella di S. Giovanni, la più recente chiesa palatina di Sancta Maria in ambitu, nota come chiesa della Madonna, l'ex Scuola del Duomo e la casa del Capitolo.
Le sue origini risalgono al X secolo e serviva da porticato per le processioni, da luogo di sepoltura per il clero addetto alla cattedrale, e da suggestivo ambulacro in cui chierici e laici si raccoglievano in meditazione; a tale scopo fu gradualmente affrescato con pregevoli pitture assurgendo ad un monumento di singolare importanza per la storia dell'arte altoatesina.
Il chiostro
Sin dalle sue origini ha conservato la sua struttura essenziale: verso l'interno una zoccolatura murata con pilastri rialzati fra i quali sorgono tre paia di colonnine (originariamente policrome), unite fra loro da archi. Questi formano, raggruppati a quattro a quattro, una "arcata" che riceve luce anche attraverso una finestra sovrastante.
Anticamente il chiostro aveva un'entrata a meridione, ora chiusa, ed un'altra ad oriente, tuttora aperta. Forse ve n'era una terza ad occidente che accedeva al palazzo vescovile. Invece a settentrione c'erano due porte che conducevano direttamente nel Duomo.
Il chiostro preromanìco era a pianta rettangolare; l'armatura del tetto era naturalmente in legno, il resto in muratura. Dopo l'incendio del 1174 le strutture originarie furono modificate inserendo sul lato nord il transetto del duomo. Per le parti ricostruite e per quelle nuove si usarono mattoni invece di pietre. Lo stile dell'epoca era quello romanico; ne è rimasta una testimonianza: il portale meridionale del Duomo, ora murato ma ancora bile nel chiostro.
II chiostro, che fino a quel tempo era a soffitto piatto nel trecento ricevette volte ad arco acuto, in stile gotico, quindi.
L'iniziativa partì probabilmente dal vesce ~ Friedrich von Erdingen e fu realizzata dal magister Utzo il cui luogo di sepoltura è tuttora segnato nell'ala orientale del chiostro, nei pressi del grande affresco dell'Adorazione dei Magi. Nel corso di questo ammoddernamento gli antichi pilastri del muro interno, dovendo servire da contrafforti per le volte, furono rafforzati su tre lati, per cui ora coprono parzialmente gli archi adiacenti.
Questo adattamento al gusto gotico comportò la sopraelevazione dell'ambiente accrescendone l'effetto monumentale e creando nel contempo nuovi spazi per le pitture.
In tempi più recenti i cambiamenti architettonici furono pochi e di scarsa portata. Quando, nel Settecento, fu demolita la cappella di S. Cristoforo, a sostegno della volta si eresse quella colonna murata che si trova davanti all'odierno portone laterale del Duomo. Anche l'entrata al chiostro da Piazza Duomo è del Settecento.
Attigua all'angolo sud occidentale del chiostro e cor accesso dalla III arcata si trova la cappella di S. Giovanni.
Fu eretta con tutta probabilità in contemporanea con la costruzione del primo Duomo. Si continua a sostenere che in origine avrebbe avuto la funzione di cappella aulica vescovile e che più tardi, dopo la costruzione della chiesa della Madonna (oltre il 1215) sarebbe stata adibita a battistero.
La cappella di San Giovanni
Sembra più attendibile la tesi che ritiene esser verosimile il contrario: prima battistero e poi cappella aulica. Inoltre non è attendibile l'opinione ricorrente. secondo cui vi avrebbe avuto luogo il conciliabolo del 1080 che per disposizione dell'imperatore Enrico IV depose il papa Gregorio VII ed elesse come antipapa l'arcivescovo Viberto di Ravenna con il nome di Clemente III.
L'assemblea dei 30 vescovi - una ripicca per l'umiliazione di Canossa - avvenne certamente nella cattedrale, dato che lo spazio nella cappella sarebbe stato insufficiente e poco decoroso.
All'esterno la navata, a pianta quasi quadrata, raggiunge un'altezza imponente, anche per effetto del ripido tetto gotico. L'abside sporge di poco dal presbiterio, sopra il quale si innalza un piccolo campanile dalla cuspide snella ed elegante, forse del XVI secolo, poggiante su di un tamburo ottagonale gotico.
Nell'interno, nonostante le varianti apportate nel XIV secolo, permane un'atmosfera di antico. La navata (8,39 x 7,50 x 11,00 m) in origine era coperta da un tetto ligneo a capanna. A mezza altezza un tempo correva su tre lati una balconata in legno, cosicché la cappella risultava a due piani. L'arco di trionfo, angusto rispetto alla navata, è molto alto; era così possibile vedere l'altare anche dalla balconata.
I due ingressi erano in fondo alla chiesa: l'uno dall'esterno nel muro meridionale e l'altro dal chiostro (angolo sud occidentale) nel muro a nord. Al piano superiore si accedeva direttamente dal palazzo vescovile tramite una porta della parete ovest.
Un'immagine di San Giuseppe Freinademetz,
il santo sudtirolese innalzato al trono degli altari
da Papa Giovanni Paolo II il 5 ottobre 2003
Per dare luce all'ambiente c'erano due finestre rettangolari nella parete est in alto e, sia sopra che sotto la balconata, due feritoie ad arco tondo, ora riaperte, nella parete sud.
E' probabile che la navata sia stata coperta con la pesante volta a crociera nella seconda metà del Trecento. In quel periodo furono apportate altre modifiche: in fondo si eresse una vasta cantoria murata con accesso dal basso nella parete ovest; si aprì una grande finestra a traforo nella parete sud; si sopraelevò la cupola sopra il presbiterio; si aggiunse sul lato sud la sagrestia, allargando la finestra soprastante.
Verso il 1500 la porta che dà sul chiostro fu incorniciata in marmo; nel periodo barocco si aprì il finestrone al centro della navata e verso il 1645 si tolse la balaustra in ferro battuto dal presbiterio per farne il parapetto della cantoria.
Il principe vescovo Konrad von Rodank (1200-16) fece rifare la cappella della Madonna, già esistente nel palazzo vescovile, elevandola al grado di Collegiata con un prevosto e quattro canonici.
Si narra che il vescovo, andando una notte a controllare gli affreschi del suo pittore di corte Ugo, cadde dall'impalcatura e morì.
Gli affreschi, eseguiti attorno al 1215 ed ancora in parte presenti sopra la volta della chiesa, non soltanto fanno parte delle più significative testimonianze della pittura romanica nella nostra regione, ma hanno una notevole rilevanza europea. I quadri della chiesa erano chiaramente ripartiti, sia orizzontalmente che verticalmente, da finte architetture e finte nicchie ad arco tondo.
Un'immagine notturna
del Duomo di Bressanone
Attualmente l'interno della chiesa presenta una pesante volta a crociera con quattro campate nella navata principale e tre in quella laterale, più bassa.
Le finestre odierne furono aperte all'inizio del Seicento, quando si apportarono modifiche anche al presbiterio e si eresse l'altar maggiore; l'esterno dell'abside romanica semicircolare è visibile nell'angolo nordoccidentale del chiostro.
L'altar maggiore ha una sovrastruttura tripartita a retabolo con colonne scanalate. La pala con l'Annunciazione, il quadro sommitale dell'Assunta e i due quadri laterali dei profeti Geremia e Michea sono opera del pittore di corte Martino Teofilo Polacco (c. 1638). Dietro l'altar maggiore si trovano il coro del Capitolo della Collegiata e l'organo di Daniel Herz (metà del Seicento).