Le prime offerte, oltre ad una donazione di papa
Benedetto XV, vennero raccolte tramite la stampa di un giornale,
chiamato Dalle Api alle Rose, che riscosse ben presto un notevole
successo e che richiamò l'attenzione su Cascia contribuendo a muovere un
numero sempre maggiore di pellegrini, i quali a loro volta lasciavano
offerte per erigere il nuovo tempio.
Tuttavia i costi di
realizzazione del progetto redatto dall'architetto Armando Brasini erano
troppo elevati rispetto alle reali possibilità economiche e così nel
1931 il progetto venne ridimensionato: Madre Fasce, dopo aver chiesto
consiglio a don Luigi Orione, scrisse al papa dell'epoca, Pio IX, il
quale donò una cospicua somma di denaro ed incaricò un proprio
ingegnere, Maria Spirito Chiapetta, di disegnare un nuovo progetto,
modificato poi degli architetti Giuseppe Calori e Giuseppe Martinenghi e
dirigere i lavori di costruzione La prima pietra venne posta il 20
giugno 1937] dal cardinale Enrico Gasparri ed i lavori si concluserso
nel 1947, con la solenne consacrazione avvenuta il 18 maggio dello
stesso anno; il 1º agosto 1955, per volere di papa Pio XII, la chiesa fu
elevata a basilica minore].
Descrizione
La cupolaLa
chiesa, posizionata quasi sulla sommità del colle di Sant'Agostino e il
cui accesso al sagrato è permesso da una breve scalinata, presenta una
facciata ricoperta in travertino bianco di Tivoli incastonata tra due
guglie, le quali terminano con due piccole celle campanarie, sormontate
da croci in ferro; nella parte centrale si apre l'unico portale
d'ingresso alla chiesa sostenuto da un architrave sul quale è scolpito
un saluto alla santa:
« Salve Rita, vaso d'amore, sposa di Cristo dolorosa tu, dalle spine del Salvatore, bella nasci come una rosa »
Le
colonne che sostengono l'architrave e che al centro ospitano il portale
in legno, sono decorate con dei bassorilievi, opera di Eros Pellini,
raffiguranti la vita di santa Rita, in particolare: Rita che insegna ai
figli a pregare, la morte del marito, l'ingresso al monastero, la prova
dell'obbedienza, Rita suora che dona il pane ai poveri, Rita che riceve
la stigmate, il pellegrinaggio a Roma, le rose e i fichi in inverno, il
transito; nella parte superiore della facciata si apre un ampio
finestrone, decorato con una croce sostenuta da sei angeli e termina con
un timpano al di sotto del quale è scolpita la data del termine dei
lavori di costruzione[3]. Sul lato sinistro, protetto da un cancello in
bronzo è il portale della vecchia chiesa di santa Rita.
L'affresco dell'Adorazione della CroceInternamente
la chiesa è a croce greca, suddivisa in quattro absidi e circondata da
un colonnato che sorregge un matroneo che corre lungo tutto il perimetro
della struttura: sulle pareti, in cui si aprono stretta monofore
decorate con vetri colorati, conseguiti da Armando Marrocco e Silvio
Consadori, sono posizionate le stazioni della Via Crucis, in marmo
bianco, realizzate sempre dal Pellini, oltre che ad un pulpito in legno
di noce, scolpito da Emilio Monti; la pavimentazione al centro della
chiesa è in marmi policromi raffigurante lo stemma di papa Pio XII[4].
Nella zona centrale è un dipinto, in stile neobizantino, di Luigi
Montanarini, che copre una superficie di circa trecento metri quadrati e
che parte dalla cupola per proseguire lungo la lanterna, le vele e i
quattro pilastri: nella cupola è raffigurata una Colomba[4], simbolo
dello Spirito Santo, e la gloria dei santi agostiniani, nelle vele,
contornate da angeli, le figure di santa Rita, sant'Agostino, santa
Chiara da Montefalco, san Nicola da Tolentino, il beato Simone Fidati,
san Giovanni da San Facondo, la beata Giuliana da Cornillòn e san
Tommaso da Villanova, mentre sui quattro pilastri sono dipinti il
transito, la canonizzazione e le opere di Rita, oltre all'elevazione
della chiesa a basilica[.
Nell'abside d'ingresso è l'affresco di
Silvio Consadori, del 1956, ritraente l'Adorazione della Croce, e, dello
stesso autore, è la decorazione pittorica sia dell'arco trionfale,
dov'è raffigurata la Preghiera di Gesù nel Getsemani e il Ritorno delle
donne dal Calvario, sia del matroneo, con scene della vita di Gesù come
la fuga in Egitto, il battesimo nel Giordano, la caduta sotto la croce;
la zona si conclude con i due altari laterali con le tele di santa Lucia
e di san Giuseppe, opera del Consadori e Cesarino Vincenzi[5]. L'abside
principale, corrispondente al presbiterio, in asse con l'ingresso, è
stato rifatto nel 1981 e si accede tramite gradini in marmo rosa aurora,
stesso materiale usato anche per la pavimentazione: l'altare maggiore è
formato una lastra di cristallo che poggia su rami di vite realizzati
in bronzo dorato; il tabernacolo, opera di Giacomo Manzù, ha una forma
ovale e decorato con spighe di grano, tralci di vite ed una rosa[6]. Le
opere pittoriche sono state commissionate a Luigi Filocamo e nel catino è
rappresentata l'Ultima Cena, nell'arco trionfale il Sacrificio di
Isacco e la Pasqua ebraica e lungo il matroneo diversi santi
agostiniani; la zona dell'altare maggiore si completa un crocifisso ed
una lampada eucaristica in bronzo simile ad un ramoscello d'ulivo.
L'urna con il corpo di santa RitaSul
lato destro si apre l'abside dell'Assunta: sull'altare principale è
posta la pala della Madonna della Consolazione in trono con il bambino
ed ai lati sant'Agostino e santa Monica, di Giuseppe Valerio Egger,
realizzata nel 1947[7]; gli affreschi dell'abside sono realizzati da
Gisberto Ceracchini e ritraggono nel catino l'Assunzione di Maria, la
Città di Cascia e lo Scoglio di Roccaporena, nell'arco trionfale la
Vergine che riceve la Comunione e la Deposizione di Gesù dalla croce e
lungo la fascia del matroneo diverse scene della vita di Maria, come la
nascita, la visitazione e la nascita di Gesù[7]. Sul lato sinistro si
apre invece l'abside di Santa Rita con affresco nella volta di Ferruccio
Ferrazzi che raffigura Cristo seduto su un trovo e santa Rita ai suoi
piedi, contornata da angeli, nell'arco trionfale due episodi della vita
della santa, ossia la sua guarigione dalla stimmate sulla fronte e il
pellegrinaggio di Rita a Roma nel 1450 ed infine lungo il matroneo sono
raffigurate le virtù teologali e cardinali[8]; nello stesso ambiente si
trova anche una tela del XVIII secolo della Madonna del Buon Consiglio e
la pergamena del decreto dell'elevazione della chiesa a basilica].
Nell'abside è stata inoltre ricavata la cappella di Santa Rita, in stile
neobizantino, delimitata da una grata in ferro battuto: il corpo della
santa è ospitato in una teca di vetro, a sua volta riposto in un
sarcofago, realizzato nel 1930 e collocato nella sua posizione attuale
il 18 maggio 1947[9]. Il sarcofago dispone di una base in marmo,
scolpito da Eros Pellini ed ai lati i quattro angeli delle virtù
cardinali, ossia la temperanza, la fortezza, la giustizia e la prudenza;
l'opera si completa con una lampada votiva, realizzata da Artemio
Giovagnoni e donata nel 1981 dal comune di Cascia. La cappella è
arricchita da lampade, ex voto ed un ciclo di sette tele di Giovan
Battista Galizi, con tema sempre la vita di santa Rita: Nascita di santa
Rita e le api, Rita e i figli davanti al crocifisso, Ingresso al
monastero, Prova dell'obbedienza, Stigmatizzazione, Pellegrinaggio a
Roma, Transito di santa Rita[9]. Dall'abside di Santa Rita si accede
alla Penitenziaria, una sala inaugurata il 10 maggio 1986, su progetto
degli architetti Rosario Scrimieri, Francesco Genco e Maurizio Caproni:
al suo interno è possibile effettuare il sacramento della Confessione,
coadiuvato da opere d'arte e proiezioni di video.
Una stretta
porta conduce alla cosiddetta chiesa della Beata Rita, ossia la vecchia
chiesa, inglobata nella nuova, che ha custodito il corpo della santa dal
1577 al 1947 ed utilizzata per le preghiere delle monache del vicino
convento; danneggiata da un terremoto nel 1703, tanto che la salma fu
custodita per quattro anni in un magazzino nell'orto del monastero, fu
poi in parte demolita per realizzare il nuovo tempio: rimangono il
portale d'ingresso ed alcuni altari, completamente restaurati nel
1994[11]. All'interno sono custodite diverse opere come le tele
raffiguranti Santa Rita che riceve la stigmata, di Tito Troja del 1889,
l'Addolorata con in braccio il Cristo morto, opera Salvo Castellucci del
1625, la Resurrezione di Cristo di Benedetto Nucci del 1588 ed una
tela, caratterizzata da un crocifisso in legno e personaggi dipinti, tra
cui la Madonna, santa Caterina d'Alessandria e sant'Agostino, del 1610
realizzata da Virgilio Nucci; del 1629 è la cornice in marmo che
circondava precedentemente l'urna di santa Rita[11]. Originariamente la
basilica disponeva anche di una cripta, in seguito trasformata in una
nuova chiesa, chiamata Basilica inferiore.
Sul matroneo
dell'abside d'ingresso, si trova l'organo a canne della basilica,
costruito dalla ditta Pinchi[13]; lo strumento è a trasmissione
elettrica e il suo materiale fonico è collocato all'interno di due corpi
posti simmetricamente; entrambi sono caratterizzati da una mostra
formata da canne di Principale disposte a palizzata, con cassa limitata
al basamento. L'organo dispone di due consolle, entrambe con due
tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note:
quella originale si trova sul matroneo, mentre la seconda, aggiunta nel
1970, sta a pavimento nei pressi del presbiterio. Di seguito, la
disposizione fonica dello strumento.
QUANDO VUOI, PUOI SENTIRE COME PROTEZIONE A CASA TUA: IL PROFUMO CHE EMANAVA "SANTA RITA DA CASCIA".
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